Intervista a Mirella Guzzo, autrice del libro Figlia del cuore
– Mirella Guzzo, da dove scaturisce questa sua profonda passione per il mondo dei bambini?
I bambini… bè, per me loro sono tutto, ogni cosa. Mi piace sentirli ridere, mi piace il loro modo di scoprire quello che hanno intorno, mi intenerisce guardarli quando si stupiscono di cose e situazioni che per noi oramai sono invisibili, perchè sono scontate, usurate dal tempo, nascoste dal disincanto che lentamente prende il posto della fantasia nella vita di ognuno di noi… quella fantasia luccicante e magica che vive nel cuore di ogni bambino, dove tutti sono buoni e i cattivi se esistono non vincono mai.
Ma quello che più mi piace in loro è lo sguardo. In tutti i bambini, senza nessuna distinzione… c’è quella luce speciale, pura e incontaminata, e io ogni tanto rubo un pezzetto del loro mondo, cercando di guardare attraverso i loro occhi. Ed è come tornare indietro nel tempo. Ricordo una celebre frase del film Peter Pan: “Tanta voglia di crescere per poi accorgersi che rimanere bambini è la cosa piu bella che ci sia…“
– Come mai ha voluto raccontare la triste realtà che riguarda così tante bambine in Cina? È un omaggio per tutte le bambine uccise ingiustamente o deriva da un’esperienza conosciuta personalmente?
È assolutamente un omaggio a tutte le bimbe che hanno pagato (e continuano a pagare!) con la vita per il solo fatto di essere nate femmine in certi paesi dove, nonostante la facciata di apparente civilizzazione, si nascondono realtà sconcertanti e inimmaginabili. Retaggi di antiche tradizioni, ignoranza, mancanza di valori… un mix letale. E quando queste bambine non vengono uccise, finiscono in luoghi ameni, ospedali-carceri, restano lì, maltrattate, denutrite, e quelle che sopravvivono vengono vendute, mercato del sesso, di organi, e quant’altro. Un’oscenità. Qualcosa che accade veramente, non sono storie, favole dell’orrore, e per il solo fatto che non accadono dove abitiamo noi non significa che non esistono. Quando ho fatto la prima presentazione del libro ho dato spazio a una onlus “SOS Italia Villaggi dei Bambini“, si è parlato di certe situazioni e dei progetti dell’associazione, mandando in visione filmati e foto. Alcuni molto forti. Quello stesso giorno molti dei presenti hanno aderito all’iniziativa del sostegno a distanza… Una piccola cosa, vero, ma anche quel poco serve…..
La storia di Pearl è in parte vera, sì… per ovvi motivi cambiano le situazioni e il posto dove è accaduta la vicenda.
– Come si rapporta rispetto alle scelte fatte del protagonista del suo racconto?
I protagonisti sono stati due, fin dall’inizio… Io ero Chris. Poi ero Pearl. Poi ero tutto il mio romanzo. Ho vissuto tutti loro dentro di me, nel mio profondo. È incredibile come abbia sentito la sofferenza, la gioia, la speranza, come con fatica ogni volta mi staccavo dalle mie pagine per rientrare nella mia realtà di sempre. Ogni giorno aspettavo con impazienza che si facesse sera per poter rientrare nel mio romanzo. Figlia del cuore è stato scritto di notte e… scrivere la parola fine è stato molto difficile.
– Quale sarà il suo prossimo progetto?
Mah… la scelta di aprire una piccola casa editrice [Miremi Editore, N.d.R.] era nell’aria da tempo, e sono cosciente del fatto che non è una cosa semplice. So benissimo di essere la formichina nel recinto degli elefanti e che potrei farmi male, e che il momento non è dei migliori. Ma voglio provarci. Mi ha sostenuto in questo progetto anche il mio compagno, Erminio Pupa. Quello che voglio? Un po’ di editoria che respira, libera, senza vincoli né condizioni, senza compromessi… Solitamente funziona così… vuoi pubblicare? Bene, paga, oppure comprati almeno 500 libri. Poi quello che hai scritto, bello o brutto, va bene lo stesso… Io non adotto questa politica. Ecco, uno dei miei progetti è questo, dare spazio a chi ha qualcosa di vero e di bello da pubblicare… trovare talenti nascosti, perché no. Attenzione, non sono un Babbo Natale in gonnella, sono sempre stata chiara con i miei autori. Vogliamo pubblicare? Non voglio nulla, ma non aspettatevi di diventare milionari. Poi, se dovesse capitare un bel colpo di fortuna, evviva! Ne saremo tutti felici, ma dobbiamo lavorare tutti assieme, e stiamo lavorando! La mia casa editrice è una splendida squadra di volontari, ecco… e poi, altro progetto futuro, indire un Premio Letterario nella mia città, Rimini, e organizzare, per il prossimo anno, un evento a favore dei bambini meno fortunati.
E ovviamente scrivere un altro romanzo!
Ne abbiamo di strada da fare ancora… ma se non si prova, chi lo sa dove si può arrivare?
Giugno 26, 2012
Ho avuto modo di conoscere l’editrice all’inaugurazione e ho letto il suo libro.
Meraviglioso, lo consiglio!
Aspetto il suo nuovo romanzo