Fino all’ultima pietra. Storia del traffico acqueo a Venezia in un saggio di Giannandrea Mencini
È di recente pubblicazione l’ultimo saggio di Giannandrea Mencini, dal titolo Fino all’ultima pietra. Come il traffico acqueo sta distruggendo Venezia. Dopo Fermare l’onda. La secolare battaglia contro il moto ondoso e Sull’onda viva del mare Mencini, già autore di diversi saggi a tema ambientale lagunare e di un delicato romanzo con protagonista la sua Venezia, torna a parlare di uno dei maggiori problemi ambientali e urbanistici del capoluogo veneto, il traffico acqueo lungo i rii e canali della città. Lo fa attraverso un saggio breve che ripercorre la storia del problema fin dalle sue origini, negli anni Ottanta dell’Ottocento, quando sul Canal Grande fece la sua comparsa il vaporetto, e con esso i primi problemi legati all’eccessivo transito nel canale. Scopriamo così, ad esempio, come già nel 1882 ci fu chi protestò contro l’utilizzo del vaporetto all’interno del delicato ecosistema urbano, per ragioni forse meno romantiche dei meri timori legati alla «scomparsa della poesia della gondola», ma ancora più rilevanti: fin da subito infatti furono evidenti gli effetti erosivi provocati dal moto prodotto dai nuovi mezzi a motore sui muri di fondazione delle case. L’autore ci conduce quindi tra le pagine della storia successiva della città, a partire dal secondo dopoguerra, quando ai vaporetti si aggiungono in numero sempre crescente imbarcazioni a motore per il trasporto merci e da diporto, fino ad arrivare a questi anni e alla recentissima cronaca di una morte annunciata, quella che nel 2013 ha visto un turista tedesco in visita a Venezia rimanere vittima di un incidente tanto assurdo quanto evitabile. La Venezia raccontata da Giannandrea Mencini è una città oggi preda di un sovratraffico acqueo selvaggio e pressoché esente da controlli; una situazione caotica le cui cause vengono rintracciate storicamente dall’autore, tassello dopo tassello, quasi a comporre il quadro di un “delitto perfetto” in corso da oltre un secolo ai danni di Venezia e delle sue fondamenta. L’identikit del colpevole implicitamente ricostruito da Fino all’ultima pietra non è univoco: è tanto complesso e sfaccettato quanto lo sono state negli anni le contraddizioni fra le continue pianificazioni e regolamentazioni da una parte, e la mancanza di controllo e di coordinamento sulla loro attuazione dall’altra; alla malagestione politica e amministrativa ‒ spiega in più punti Mencini ‒ si legano le forti ingerenze da parte delle categorie professionali più influenti sul territorio (definite dall’autore come vere e proprie lobby cittadine), e, non ultimo, anche la scarsa sensibilizzazione di parte della stessa cittadinanza veneziana. A questo scenario, tuttavia, l’autore affianca anche le voci dell’associazionismo civico, culturale, ambientale e sportivo che via via si sono alzate a difesa della città, raccontandone i progetti messi in atto nel corso degli anni nel tentativo di informare, sensibilizzare e responsabilizzare la comunità e le istituzioni sulla questione dell’inquinamento idrodinamico e farvi convergere la dovuta attenzione politica. Il ritratto lucido e amaro che, da attento e spesso amareggiato studioso della realtà veneziana, Giannandrea Mencini fa della sua città è quello di una “altra Venezia”. Non più quella di Predrag Matvejevic, nascosta agli occhi del visitatore-consumatore distratto e sito privilegiato per una psicogeografia dei piccoli particolari urbani, ma una Venezia ben più visibile, manifesta nella sua drammaticità, e semplicemente ignorata: quella violata da inadeguate politiche a tutela del suo territorio oltre che da un turismo non sostenibile,* e schiaffeggiata dal continuo moto ondoso che ne sta danneggiando rive e fondamenta. L’autore si rivolge ai lettori in uno stile asciutto e funzionale, a tratti giornalistico nel raccontare la cronaca storica; ricostruisce il problema del traffico acqueo a Venezia con chiarezza e precisione, attraverso il doppio binario della sua storia documentaria e, in parallelo, delle tentate e spesso mancate misure politiche e urbanistiche che dei documenti normativi avrebbero dovuto essere la naturale attuazione. Una lettura utile, che pone diversi interrogativi sul problema sempre più pressante della gestione del traffico veneziano, e che sottintende possibili e urgenti risposte. L’ebook di Fino all’ultima pietra. Come il traffico acqueo sta distruggendo Venezia è acquistabile su Amazon a € 3,49, mentre sulle pagine del rinnovato sito web di Giannandrea Mencini si trovano informazioni sempre aggiornate sulle sue pubblicazioni, interessanti post dedicati alle sue letture e alla “sua” montagna (grande passione dell’autore) e i link alle sue pagine social attraverso le quali è possibile seguire i progetti di tutela ambientale nei quali è impegnato. * della sostenibilità del turismo nella città e nella sua regione si è occupato anche il libro Il turismo a Venezia e nel Veneto. Problema o risorsa?, curato dallo stesso Mencini, con contributi di giornalisti ed esperti del settore, e recensito dalla nostra redazione.