Venezia. La mia generazione il libro di Giannandrea Mencini Venezia. La mia generazione il libro di Giannandrea Mencini

Venezia. La mia generazione il libro di Giannandrea Mencini

Supernova edizioni – 2012

Venezia. La mia generazione. Toni tenui e tinte forti allo stesso tempo, per ambientare, in una Venezia fuori dalla sguardo comune la storia di Carlo. È il libro di Giannandrea Mencini, edito da Supernova (su ibs.it a € 10,20)

Anni ’80. Fine di un amore. Elena lascia Carlo. Sa che cosa vuole. Si tratta di due vite, di due storie che neppure l’amore è stato capace di rimettere sulla stessa strada.

L’incipit del libro è un abbandono. Con questo tono inizia la storia. Elena è questa figura di sfondo appena delinata che compare come “fantasma di ricordi”, portatrice di nostalgia che marca alcuni comportamenti di Carlo, ad esempio la prima Domenica senza di lei.

Un altro momento cruciale è la morte del padre. Improvvisa. Due figure agli antipodi, ma profondamente legate. Carlo è comunista, lettore del manifesto, sostenitore degli scioperi. Suo padre un impiegato modello che prendeva quattro soldi e non pretendeva di più, non dava rogne, ma ringraziava di quanto ricevuto.

Dopo la morte del padre, Carlo interrompe gli studi di Lettere, a maggior ragione sente di dover darsi da fare. Vince un concorso alle Poste e va a vivere da solo in un piccolo appartamento in Campo Santi Apostoli. È uno dei pochi veneziani, tra l’altro, che può permettersi di risiedere in città. Altri, a causa degli affitti esosi, si sono trasferiti sulla “terraferma” lasciando Venezia.

Ed ecco la suggestiva città vista con gli occhi di un suo abitante che la scruta alla mercè del turismo di massa. Luoghi cambiati dalla folla, dalla ressa, che perdono la suggestione di un tempo. Le descrizioni di Carlo mettono in evidenza questo fenomeno. La laguna centrale, ad esempio, dove l’opera dell’uomo e l’escavo dei grandi canali di navigazione ha irrimediabilmente modificato la morfologia dei luoghi e la stessa idrodinamica lagunare. In questi punti è inevitabile riconoscere un certo taglio giornalistico che si discosta dai passi più propriamente descrittivi o introspettivi.

Venezia. La mia generazione è un lungo racconto. La narrazione fluida e scorrevole, con uno stile semplice e nitido, assume toni crepuscolari e nostalgici in alcuni tratti.

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È un lungo flusso di coscienza. In cui la voce narrante indaga i ricordi, ripercorre la propria storia, si lascia andare a malinconici pensieri. Il ritratto di un uomo a tutto tondo, Carlo, dall’aspetto più banale dei gusti culinari ai ricordi familiari, alle battaglie civili, all’attivismo al Centro Sociale.

Carlo ha tre grandi passioni: calcio, pallacanestro e musica (rock e pop). E su quest’ultima sua passione meglio spiega i suoi stati d’animo citando film, canzoni e traduzioni di alcuni passi. Sunday Bloody Sunday (1983) (The Edge).

Questi ricordi mi tormentano, diventano una maledizione (The river- Bruce Springsteen)

Luca il suo più caro amico a cui affidava tutti suoi dubbi, i suoi pensieri, le sue preoccupazioni. Speculare non ha problemi di soldi, di famiglia benestante, conduce una vita agiata ed ha idee politiche differenti. È di destra, ma questo non intacca la loro amicizia, preferiscono non affrontare quall’argomento. La politica no, ma le donne, lo sport, la vita si.

Continua a camminare avanti, attraverso tutta la lunghezza della tua via. La tua tristezza ti porta a soffocare l’amore che è in te, ma devi resistere. (U2, The Unforgettable Fire, 1984)

Carlo è legato al passato, a ciò che prima rappresentava Venezia, a tratti nostalgico, è assorto nei suoi pensieri. Impegnato nell’attivismo, al Centro Sociale conosce e s’innamora di Francesca, sfuggente e misteriosa che non vuole farsi andare a prender dal lavoro, senza spiegare perché. Ha il suo numero di cellulare, ma non quello del lavoro. Una storia inizia. Questo amore durante l’estate cresce, ma si scontra con la complessità delle circostanze. E con le delusioni della vita.

Giannandrea Mencini (1968), laureato in Storia, saggista e giornalista, si occupa di storia dell’ambiente e del territorio. Collabora con varie testate giornalistiche. Fra le sue più recenti pubblicazioni si segnalano: Il Fronte per la difesa di Venezia e della laguna e le denunce di Indro Montanelli (2005, Supernova); Storia del parco che non c’è (2007, Supernova), Il Parco che verrà (2009, Carta), Acqua Alta (2009, Lineadacqua edizioni), Fermare l’onda (2011, Corte del Fontego Editore).

Autore: Mariapaola De Santis

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