Mr Mercedes, il primo giallo hard boiled di Stephen King
Il detective e l’assassino
Da quando è in pensione, Bill Hodges non è più lo stesso. Una volta era il miglior detective del dipartimento; ora, passa le giornate a guardare la televisione, accarezzando una vecchia pistola assieme all’idea di puntarsela alla testa e premere il grilletto. Finché un giorno non riceve una lettera. È da parte di Mr Mercedes: un pazzo che ha investito di proposito decine di persone a bordo di una Mercedes rubata ed è fuggito senza lasciare tracce. Era stato l’ultimo caso dell’ex detective, prima che si ritirasse. Hodges decide che è giunta l’ora di regolare i conti in sospeso. Darà la caccia a Mr Mercedes da solo: un’ultima indagine prima di dire addio definitivamente alla sua vecchia vita.
Brady Hartsfield è un ragazzo anonimo, come tanti. Vive con la madre, e per sbarcare il lunario ha un doppio lavoro. Brady è sempre gentile, e cerca di dare nell’occhio il meno possibile. Perché lui ha un segreto: Brady è Mr Mercedes.
Molte potenzialità, ma…
L’incipit di Mr Mercedes, il nuovo romanzo di Stephen King (Sperling&Kupfer, 470 pagine), è interessante ed anomalo. Anomalo perché l’identità del serial killer viene svelata fin dalle prime pagine; interessante perché tutta la vicenda si snoda alternando i due punti di vista, quello del crudele Brady e quello del vecchio Hodges. Ci sono tutte le premesse per un thriller con i fiocchi, pieno di colpi di scena, giocato sul filo del rasoio in una battaglia fatta di mosse e contromosse dei due protagonisti. Peccato che in pratica King sfrutti male un’idea dalle molte potenzialità.
I colpi di scena, in quasi 500 pagine, sono davvero pochi, e l’interazione fra i due protagonisti è quasi nulla per buona parte del libro. La tensione, c’è da dire, schizza alle stelle nel finale, in cui King ci immerge con maestria in una disperata corsa contro il tempo: ma forse è un po’ tardi, per una vicenda che stenta a decollare, o lo fa troppo tardi. Non bastano i dettagli splatter di cui è infarcita la storia per mantenere sempre alta l’attenzione del lettore.
Altro punto debole del libro sono i personaggi. Hodges è un personaggio incolore e, alla fin fine, anonimo: la tipica incarnazione, in salsa thriller, dell’eroe senza macchia, dalla morale adamantina e dall’etica di ferro. Brady è un malvagio senza mezzi termini, ma anche senza spessore e personalità. Da una parte ci sono i buoni, dall’altra i cattivi: la contrapposizione è talmente netta da essere schematica, quasi manichea, senza sfumature e senz’anima.
La penna del maestro dell’horror
Sulla prosa di King c’è poco da dire. Sciolta, svelta, leggera. Sicuramente godibilissima, se piace lo stile del maestro dell’Horror americano. In quanto a raccontare storie, King non è secondo a nessuno: le pagine scorrono veloci e gradevoli. Peccato che sotto la patina di una stile avvincente e, perché no, semplice e ammiccante, rimanga una sensazione di leggera delusione: ci si sarebbe aspettati di più.
La qualità della produzione ormai pluridecennale di Stephen King è sempre stata altalenante. Mr Mercedes non è di certo un capolavoro: ma è un libro tutto sommato godibile, se amate il genere o semplicemente siete in cerca di una lettura leggera, avvincente e senza troppe pretese.
A proposito, siete avvisati: pare che l’autore abbia già in cantiere più di un seguito.
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