Elizabeth George: missione in Italia per Scotland Yard
Un furto in casa è terribile. Tutto a soqquadro, le proprie cose violate. Ma tornare e trovare l’appartamento svuotato della figlia di nove anni e di tutto ciò che le appartiene, è peggio. Hanno rapito la bimba di Hazar, pakistano che insegna scienze in un’università londinese e che si rivolge alla vicina Barbara Havers. Lei, a sua volta, chiama Thomas Lynley, sconvolta. Strano per un sergente investigativo di New Scotland Yard farsi turbare profondamente da una vicenda di probabile cronaca nera. Vecchia conoscenza Barbara, infatti “Un piccolo gesto crudele” (Longanesi, 716 pagine) è un nuovo thriller dell’ispettore Lynley, sedicesimo titolo più uno (per i superstiziosi) della lunga serie di Elizabeth George, la regina americana del giallo all’inglese. La poliziotta è la sulfurea e irresistibile spalla di tante indagini dell’aristocratico prestato alla carriera di polizia. È un conte, un pari del regno britannico. Solo probabile sequestro di persona? Sì, perchè è evidente che la piccola è stata portata via dalla madre, Angelina, che non è sposata con Taymullah. La paternità non risulta su nessun documento e il professore quindi non può vantare nessun titolo su Hadyyah. Come dare torto al comune superiore di Barbara e Thomas, la sovrintendente Isabelle Hardery, quando sostiene che non c’è nessun reato e nessuna vittima. Dice che il padre fantasma se ne dovrà fare una ragione: la bambina è stata portata via legittimamente dalla madre, già compagna di Hari, poi separata e riavvicinatasi da poco. Materia per avvocati civilisti, non per la polizia criminale. Roba da detective privati, comunque, a parere della sempre più coinvolta Havers. Se però l’agenzia incaricata si ritira in buon ordine, confermando che non c’è motivo di preoccuparsi, ecco farsi viva Angelina, col suo nuovo uomo italiano. Accusa Hazar di aver rapito o fatto rapire la figlia, nel mercato affollato di Lucca, la città dove lei l’aveva portata con sé. Punto e accapo, quindi, drammaticamente. Si riparte dall’Italia, tutti insieme, per ritrovare il filo e soprattutto la bambina. In quel di Toscana, mentre Hadyyah è sballottata da una parte all’altra come un pacco postale, difesa solo dalla capacità dei bambini di vivere un eterno presente, senza farsi troppe domande, l’ispettore capo Salvatore Lo Bianco è decisamente irritato. Una piccola inglese sparita! Inaccettabile avere addosso l’opinione pubblica britannica dopo il delitto di Meredith Kercher a Perugia e la sparizione della piccola Madeleine in Portogallo, nel 2007. Lynley è incaricato di fare da collegamento con la polizia italiana e Barbara Havers non sta nella pelle. Lei resta esclusa, mantenuta dalla dirigente a rigorosa distanza dal caso. Facile da dire – ancora più da ordinare – per niente facile da ottenere, visto il carattere della sergente, che in Italia ci va, eccome. E nel Bel Paese, tra suore premurose che nascondono segreti, anziane mamme amorevoli e accademici pakistani che – vai a scoprire – non la raccontano giusta, sarà tra l’altro inscenato un tentato omicidio perfetto, con batteri di escherichia coli nel ruolo di arma insospettabile del delitto. Ma il diavolo non fa le pentole, si sa e il crimine, tanto per complicare tutto, finisce per ritorcersi sul bersaglio sbagliato. Vai a scoprire quale, però?
LONGANESI