I salici ciechi e la donna addormentata | Haruki Murakami
«Allora il mio vero io dov’era in quel momento?», mi chiesi. «È stato mangiato dai gatti!», mi rispose la voce di Izumi, che veniva da non so dove. «Mentre te ne stavi lì tranquillo, il tuo vero io è stato divorato da quei gatti affamati. Divorato completamente, restano soltanto le ossa». La cercai con gli occhi, ma intorno a me c’erano soltanto gli arbusti che crescevano sul terreno sassoso e l’ombra breve che proiettavano. Di sicuro avevo avuto un’allucinazione uditiva, la voce che avevo sentito si era generata nella mia mente. Pensai di nuovo a una pistola di grosso calibro. Alla sua gelida canna. Immaginai di infilarmela in bocca e di tirare il grilletto. Immaginai il mio cervello, il cranio, i globi oculari che schizzavano via. E le tenebre terrificanti e silenziose in cui sarei piombato l’attimo seguente. «Basta con questi pensieri neri», mi dissi. Quando si vuole evitare un’onda impetuosa, ci si acquatta sul fondo del mare, ci si aggrappa a una grossa pietra e si trattiene il fiato. L’onda prima o poi passa.»*
Ventiquattro racconti, ventiquattro diversi modi di spiegare la propria visione delle cose. In breve potremmo così descrivere I salici ciechi e la donna addormentata (su Ibs.it a 18,70 euro), una raccolta di racconti di Haruki Murakami edita da Einaudi, scritta e pubblicata nell’arco di oltre un ventennio, dalla fine degli anni Settanta al 2005. In quest’opera Murakami dipinge con diverse tonalità emozioni ed esperienze varie, facendo ricorso alla sua mirabile penna per tratteggiare linee distinte ma sempre sospese fra concretezza e onirico.
Diversi per stile, ispirazione e lunghezza, i racconti di Murakami contenuti ne I salici ciechi e la donna addormentata aprono al lettore la possibilità di poter assaporare appieno tematiche ed atmosfere che poi verranno riprese – ed approfondite – anche nei romanzi dello scrittore: utilizzando un termine altamente improprio, potremmo asserire che quest’opera sia una sorta di abecedario delle scenari visibili negli altri libri di Murakami, una raccolta di racconti utili per cominciare a conoscere questo particolare autore e la sua altrettanto particolare verve scrittoria.
Ne I salici ciechi e la donna addormentata troviamo, infatti, brevi e leggere narrazioni come Il tuffetto, così come ne I gatti antropofagi troviamo la descrizione delle angosce di un uomo che, per scelta, ha dato alla sua vita una svolta irreversibile, rinunciando di fatto a tutto ciò che aveva creduto di amare. In Splendore e decadenza delle ciambelle a cono la narrazione segue un filo comico che sfocia spesso nell’assurdo, mentre ne Tony Takitani, La lucciola e Hanalei bay, viene affrontata la solitudine dell’individuo, tema spesso ripreso nelle opere di Murakami. Sensibili solo Il folclore dei nostri tempi e I salici ciechi e la donna addormentata, due racconti che rievocano ricordi autobiografici che arrivano dritti dagli anni sessanta.
The New York Review of Books ha detto de I salici ciechi e la donna addormentata: «Murakami dimostra di avere un talento vigoroso e genuino. Nei casi migliori narra storie che si conficcano nel nostro cervello come schegge roventi e ci restano…». Non possiamo aggiungere altro ad una così appropriata critica.
Note sull’autore
Murakami Haruki è nato a Kyoto nel 1949. È autore di molti romanzi, racconti e saggi, ha tradotto in giapponese diversi autori americani come Fitzgerald, Carver, Capote e Salinger. Ad oggi è uno degli scrittori giapponesi più apprezzati.
*estratto dal racconto I gatti antropofagi.