Io non volevo nascere, autobiografia di Pietro Melis
Io non volevo nascere. Un mondo senza certezze e senza giustizia. Filosofi odierni alla berlina (su Ibs.it a 25,50 euro) è l’autobiografia di Pietro Melis, professore di Storia della Filosofia presso l’università di Cagliari. L’opera, edita da Bastogi Editrice Italiana, riporta in copertina il celebre Urlo di Edvard Much, quasi a dire che questa, effettivamente, non è una biografia come tante altre. Io non volevo nascere è tagliente, feroce e visionaria allo stesso tempo, dove per leggere e comprenderla fino in fondo occorre essere lucidi, senza condizionamenti esteriori.
Melis, infatti, racconta le sue esperienze di vita, gli eventi, le guerre quotidiane affettive e morali, con strenua convinzione, ponendo la propria campana ad alto volume, avvalendosi della filosofia e dei grandi pensatori di tutti i tempi per sostenere le proprie tesi. E sono proprio queste tesi, questo suo modo vorace di discettare, che, non passando inosservati, sono stati accusati su diversi fronti. In Io non volevo nascere si parla, ad esempio, del caso giudiziario accaduto allo stesso autore con il suo saggio di 70 pagine, pubblicato nel 2004 negli Annali della Facoltà di Scienze della formazione dell’Università di Cagliari e intitolato Scontro fra culture e metacultura scientifica: l’Occidente e il diritto naturale, che la magistratura aveva sequestrato perché veniva attaccata la macellazione rituale ebraico-islamica. Ma tale saggio faceva già parte di un libro ancora inedito di 800 pagine, che, avente lo stesso titolo, fu pubblicato dall’autore nel 2006 aggiungendo il sottotitolo Nelle sue radici greco-romano-cristiane. Non giudaiche e antislamiche. Libro che per metà del testo espone l’esegesi dell’Antico Testamento svolta dai maggiori studiosi mondiali del testo biblico. Si parla, inoltre, dei filosofi, degli scrittori e di alcuni artisti odierni sui quali l’autore compie le proprie osservazioni spesso non senza polemica.
E sulle sue convinzioni Melis va come un treno, battagliero, e non ha remore nel fare nomi di parenti, amici, avvocati, giudici, colleghi e via dicendo, che hanno avuto a che fare con il professore e che, a suo dire, non si sono comportati bene. Di sassolini nelle scarpe Melis se ne leva molti in Io non volevo nascere, ma resta di fatto la sua forza di pensiero sulla necessità di riforme giuridiche e societarie forti, del seguire il diritto naturale come una unica risoluzione, in una definitiva e personale critica corrosiva affiancata ad una denuncia senza remore.
Io non volevo nascere è un sunto, dunque, non solo della storia personale di Melis, ma anche dei suoi punti di vista, della sua morale, della convinzione assoluta che nascere su di un mondo come il nostro è un puro atto di egoismo da parte dei genitori e che egli stesso avrebbe voluto non essere mai nato (ed infatti lui non ha mai chiesto di nascere).
Note sull’autore – Pietro Melis
Nato a Roma, in tenerissima età si trasferisce in Sardegna, terra d’origine della sua famiglia. Pur avendo una vocazione come direttore d’orchestra, intraprende gli studi di Lettere e Filosofia per poi diventare professore presso l’università di Cagliari.
Ha all’attivo un blog personale e numerose pubblicazioni, fra le quali ricordiamo Scontro fra culture e metacultura scientifica: l’Occidente e il diritto naturale. Nelle sue radici greco-romane-cristiane. Non giudaiche e antislamiche, edito da Veritas; e Addio a Dio. Dialogo con Dio chiedente perdono, edito da Zona (entrambi questi libri sono stati recensiti sul nostro blog: qui trovate la recensione e l’intervista all’autore).
La sua autobiografia, Io non volevo nascere. Un mondo senza certezze e senza giustizia. Filosofi odierni alla berlina, è stata pubblicata nel 2010 da Bastogi Editrice Italiana.