Intervista a Kerstin Gier, autrice del libro In verità è meglio mentire
Grazie alla collaborazione con l’editore Corbaccio intervistiamo oggi un’autrice molto amata…
Gentile Kerstin, la sua protagonista, Carolin, è una donna eccezionale, tante doti e uno strabiliante quoziente intellettivo, eppure affronta un problema impensabile per coloro che non simpatiche, non interessanti, non intelligenti, sono proprio come lei alla ricerca dell’uomo giusto. Una realtà sempre più imbarazzante: avere un quid in più non aiuta davvero?
Avere un quid in più può sicuramente aiutare, sia nella vita che nell’amore, e questo vale anche per Carolin. Tuttavia queste stesse caratteristiche che la rendono così “speciale” – l’intelligenza, la conoscenza delle lingue ecc. – possono paradossalmente rivelarsi un ostacolo, perché spesso gli uomini preferiscono donne più semplici e quindi più gestibili
Per quale ragione, a suo avviso, un romanzo sulle potenzialità di una donna, talora non riconosciute, è riuscito ad avere un clamoroso successo? Le donne, oggi, vale a dire, vorrebbero essere accettate dall’ambiente a esse circostante semplicemente così come sono o si stanno convincendo via via del fatto che mentire sulla propria personalità sia quasi meglio?
Per fortuna non credo che le donne si stiano convincendo del fatto che “in verità è meglio mentire”! Nonostante ciò credo che il libro abbia avuto tanto successo perché effettivamente tocca un nervo scoperto del mondo contemporaneo. Mi riferisco al fatto che donne intelligenti, preparate e brillanti fatichino sempre di più a trovare uomini disponibili a misurarsi con queste loro caratteristiche e a mettersi quindi in discussione. Spesso dinanzi a tanta brillantezza prevale la fuga, o comunque l’incapacità di instaurare una comunicazione autentica e profonda
Karl, padre del fidanzato Leo, certamente affascinante, è tuttavia l’uomo giusto? Una relazione complicata, dall’esito triste. Carolin, insomma, è in partenza già nei guai?
Karl oltre a essere un uomo affascinante è anche sinceramente innamorato di Carolin e intellettualmente alla sua altezza, per cui non credo che Carolin sia nei guai già in partenza. Il problema è che Karl improvvisamente muore, ed è lì che cominciano tutti i problemi…
Eredità e legami parentali. Diverse giovani donne si scoprono coinvolte in problemi di rivendicazioni e si scontrano contro le furie dei congiunti. Scegliendo di parlarne ha voluto così affrontare un tema scottante? Carolin entra in terapia. Qual è, secondo il suo parere, la chiave di volta per superare il dolore per una cara perdita pur imbattendosi in beghe legali?
Il problema in cui si imbatte Carolin è sicuramente più diffuso di quanto non si immagini, ed è per questo che l’ho inserito nella storia di In verità è meglio mentire. Sempre per lo stesso motivo ho deciso che Carolin potesse provare a superare la perdita di Karl – nonché i problemi legali a essa connessi – con l’aiuto di una psicoterapia. I risultati, poi, sono tutti da verificare…
Il sentimento di amicizia e la gentile presenza di persone che sappiamo sostenerci è nel romanzo fondamentale. Un messaggio positivo, infine, con il quale ha scelto di far luce sulle relazioni da avvalorare?
Proprio così. Anche nei momenti di peggiore disperazione, Carolin non è mai sola. Gli amici o familiari che ci amano sono le uniche vere certezze, da tenersi strette e da valorizzare anche – anzi soprattutto – quando tutto il resto sembra fare acqua da tutte le parti.
Curiosi di scoprire di più? Leggete qui la recensione di In verità è meglio mentire di Kerstin Gier. Buona lettura!