Gli scaduti di Lidia Ravera
Quando presente e futuro degenerano alla stregua di un passato lacunoso non resta che immaginare realtà apocalittiche per far sì che la fantasia ci porti alla realtà, per vie traverse. In questo gioco ottico di punti di vista Lidia Ravera, giornalista e scrittrice italiana conosciuta per il romanzo sessantottino Porci con le ali, ci aiuta con il suo ultimo libro Gli scaduti (Bompiani, pp.222, 14,50€), a immaginare un futuro prossimo....
Possa il mio sangue servire di Aldo Cazzullo
A rileggere, nell’Italia di oggi, alcuni passi delle ultime lettere di Franco Balbis, c’è da sentirsi un verme. C’è da vergognarsi al pensiero di come abbiamo ridotto la terra che quest’uomo, oggi del tutto dimenticato, voleva «riportare a essere onorata e stimata nel mondo intero»: una frase che dovrebbe essere letta a voce alta dai candidati a una carica pubblica, dagli eletti in Parlamento, dai condannati...
Gli anni al contrario, il romanzo d’esordio di Nadia Terranova
Gli anni al contrario, edito da Einaudi e pubblicato a Gennaio è il romanzo d’esordio della Siciliana Nadia Terranova. Ambientato a Messina, a cavallo fra gli Anni 70 e 80, fotografa la storia di due ragazzi qualunque che vivono e riflettono la situazione politica di quegli anni.La tramaAurora e Giovanni vengono descritti come due personaggi agli antipodi: la prima, figlia del “fascistissimo” Silini, è nata e cresciuta in un...
Dalle ceneri e dal sangue di Federico Ciaccio
Più la leggeva e più non ci credeva […] L’emozione d’un tratto lo pervase tutto. Non ci credeva. Era stato così tanto vicino a quell’anello, simbolo del potere imperiale, da non essersi accorto minimamente di quanto fosse importante. Ora però non sapeva dove potesse essere. Si sforzò di ricordare. Chiuse gli occhi e cercò di andare indietro nel tempo. Vagò fra ricordi confusi e dolorosi e d’un tratto capì. Il sogno che aveva fatto...
Alla scuola del sottosuolo, ovvero L’Anti-Cioran
Non l’ho mai sopportato, non lo sopporterò mai. Meno ancora l’ho mai ritenuto un pensatore di riferimento, nemmeno quando ai miei vent’anni mi professavo pessimista e avevo l’allure dell’esistenzialista. «Si vede che non era abbastanza pessimista», mi disse con un mezzo sorriso Claudio Mutti – allora mio amico e in qualche modo mentore – quando confessai anche a lui questa mia insofferenza. Adopero il verbo confessare perché da...