“Mediterroneo” l’Italia sbagliata e un po’ magica di un medico scrittore leccese
Marcello Costantini, un medico, un cardiologo affermato, dice chi lo conosce bene. Anche scrittore e di lungo corso. È nato, sessant’anni fa, in un paese in provincia di Lecce dal nome grazioso: Calimera. È ricercatore, docente universitario, vive e lavora a Galatina. Ha pubblicato soprattutto volumi medico-scientifici. L’esordio nella narrativa è del 2008, esperienza replicata ora con Mediterroneo. Viaggio nella natura della...
Le inutili vergogne di Eduardo Savarese
Le inutili vergogne è il secondo romanzo di Eduardo Savarese, due anni dopo Non passare per il sangue. Racconta di Benedetto, ginecologo affermato, appartenente ad una famiglia della Napoli bene che vive una doppia vita. È un affermato e stimato medico che presta la sua opera di volontario in un centro per donne in difficoltà, ma è anche un omosessuale che in segreto riceve compagni occasionali nella sua lussuosa dimora per consumare...
Il mondo nuovo di Aldous Huxley: uno sguardo sul futuro
Il mondo nuovo di Aldous Huxley è uno di quei romanzi che non avrei mai pensato di leggere nella vita. Non sono un’amante del genere fantascientifico, figuriamoci quando si tratta di un romanzo. E invece ancora una volta sono rimasta felicemente sorpresa. Un edificio grigio e pesante di soli trentaquattro piani. Sopra l’entrata principale le parole: “Centro di incubazione e di condizionamento di Londra Centrale” e in uno stemma...
Il sesso inutile di Oriana Fallaci: un libro dedicato a tutte le donne del mondo
Mi venne in mente che i problemi fondamentali degli uomini nascono da questioni economiche, razziali, sociali, ma i problemi fondamentali delle donne nascono anche e soprattutto da questo: il fatto d’essere donne. Il sesso inutile è il secondo libro scritto da Oriana Fallaci ed è anche uno dei miei preferiti. Pubblicato nel 1961, anche questa volta siamo di fronte ad un libro nato da un’inchiesta giornalistica che la...
Lettera aperta a Massimo Fini. In occasione del bilancio di «Una vita»
Caro Massimo Fini, quando scopersi la Sua penna fu amore a prima vista. Avevo sì e no 14 o 15 anni e avevo preso l’abitudine di leggere «L’Indipendente». La Sua firma era senz’altro quella che mi attirava e affascinava di più. Ammiravo, tra l’altro, il Suo revisionismo storico: su quel quotidiano aveva fatto degli arditi, ma allora non incauti, paragoni tra Umberto Bossi e Catilina. Andavo al Liceo classico e imparavo, tra le altre...