Intervista a Sergio Boffetti, autore de Quando la pioggia corre
Dopo la recensione del suo libro d’esordio, Quando la pioggia corre, intervistiamo l’autore del romanzo: Sergio Boffetti.
Quando la pioggia corre narra una storia forte, a tratti cruda, che tocca argomenti controversi come la pedofilia e l’assunzione di stupefacenti da parte di minorenni. Come mai questa scelta?
Credo che essere uno scrittore porti con sé tanti onori ma altrettanti oneri. Lo considero un privilegio, ma non per questo mi accontento di costruire storielle puramente svaganti. Non sono – né mai sarò – uno scrittore da relax o da passatempo. Per come la vedo io, la scrittura è un mezzo coscienzioso per denunciare anche piaghe sociali e, attraverso vicende inventate ma sempre verosimili, dare voce a chi voce non ha. È quello che ho cercato di fare con Quando la pioggia corre. Devo ammettere che mi aspettavo le reazioni contrastanti che una storia come quella che ho narrato immancabilmente suscita, specialmente in un paese come l’Italia in cui la letteratura è ancora molto piatta e perciò ripetitiva. Ma ho voluto rischiare e mi son detto: o parlo di argomenti che mi interessano e che devono interessare soprattutto gli italiani (perché è di loro che parlo), altrimenti significa che smetterò di scrivere e farò dell’altro. E invece qualcuno che investe sugli esordienti, e, soprattutto, sugli esordienti che scrivono in maniera inincasellabile, fuori da ogni schema e da ogni genere, esiste. Il mio editore è stato abbastanza coraggioso e aperto da darmi carta bianca. Da lì mi si è aperta la strada per farmi conoscere al pubblico che già mi sta manifestando affetto e stima, e questo mi rende felice.
Quanto c’è in lei del protagonista di Quando la pioggia corre?
Potrei dire: tutto. Il tredicenne senza nome che narra le sue peripezie e il suo viaggio alla ricerca di sé è proprio il tredicenne che sono stato io. Stesse emozioni, stesse reazioni al mondo spaventoso degli adulti. Perché non dimentichiamo che “i grandi” sono i responsabili in tutto e per tutto della crescita dei più piccini. Volontariamente o involontariamente. Le loro scelte condizionano la maturazione o meno dei bambini, che a loro volta diventeranno adulti più o meno responsabili. Le vicende incredibili di cui è protagonista il ragazzino sono puro frutto della mia fantasia, chiaro, ma esse fanno da sfondo ad un moto interiore, ad uno spaesamento sentimentale e sociale che mi appartengono in pieno, o almeno appartenevano al bambino che sono stato non molti anni fa.
Ci sono personaggi bui nel suo romanzo, personaggi che si fanno disprezzare dal lettore per i loro discutibili comportamenti, spesso celati da apparenze ingannevoli. Quali di questi odia di più e perché?
Chiedere ad uno scrittore quale dei suoi personaggi odia di più equivale a chiedere ad un genitore quale dei suoi figli scapestrati detesta di più. Non ci può essere odio tra uno scrittore e uno dei personaggi che lui stesso ha creato. Ci sarebbe uno snaturamento di fondo. Posso però azzardare che quasi tutti i personaggi adulti di Quando la pioggia corre si fanno disprezzare dal lettore per qualcosa, anche solo un minimo atto sconsiderato, un momentaneo comportamento insensibile nei confronti dei personaggi bambini. Nel mio romanzo l’intero mondo dei “grandi” risulta irredimibile e marcio. Ho volutamente dato delle connotazioni negative ad alcuni personaggi chiave, come la madre del protagonista, lo zio Ulisse e Salvatore. Ma in realtà nessuno degli adulti prende mai le difese delle vittime sacrificali delle vicende. E questo è uno degli aspetti che caratterizzano maggiormente il mio romanzo.
Il parallelo fra la realtà e il circo è molto intenso, un luogo dove la diversità è accettata – a differenza che nella vita quotidiana – come un valore aggiunto. Come nasce questa idea?
L’idea era quella di creare due universi esattamente antitetici, come la notte e il giorno, come l’inferno e il paradiso. Il primo, infatti, è il luogo in cui il ragazzino ha le proprie radici, è l’origine di tutto, ed è popolato da personaggi sinistri e caratterizzato da colori grigi e da una pioggia perenne. Il secondo, invece, è un luogo in cui il protagonista (e la sua compagna di viaggio, la zingarella Sneza), capita per caso, e sembra essere un’isola felice dove non piove mai, dove il grigio non esiste e soprattutto un luogo magico, esoterico, in cui nessuno discrimina le aberrazioni fisiche o comportamentali delle singole persone, ma le esalta, le apprezza. Così ho immaginato un luogo che potesse rappresentare alla perfezione tutti questi stereotipi e subito ho pensato al circo. In realtà poi questa Wonderland, questo Paese dei Balocchi, si rivelerà una trappola di zucchero filato né migliore né peggiore dalla realtà terribile da cui il protagonista era fuggito.
Lei definisce la scrittura come “lo stratagemma per guarirmi”. Che rapporto ha attualmente con la sua piuma?
Il mio rapporto con il mio “stratagemma” si è evoluto negli ultimi anni. È nato come strumento per liberare il nero, ovvero tutte quelle emozioni negative dovute alla mia infanzia paludosa e travagliata. Ora la scrittura è diventata la mia più grande passione. Non potrei prescinderne. Scrivo ancora per sfogo, come facevo da piccolo, ma scrivo anche perché i personaggi che invento mi tengono compagnia, anche i più terribili. Mi ricreo ambientazioni in cui poi io abito durante tutta la stesura della trama. Situazioni in cui mi piace stare, anche se a prima vista alcune di esse possono sembrare inospitali o addirittura spaventose.
Progetti per il futuro?
Uno scrittore appassionato non si ferma mai. Perciò, mentre mi dedico alla promozione di Quando la pioggia corre, sto scrivendo un nuovo romanzo, più maturo, ma senza tradire il mio obiettivo primario che è quello di narrare quelle zone d’ombra in cui pochi si inoltrano perché troppo dolorose da sostenere, sia per lo scrittore che per il lettore, ma che vanno raccontate. Sarà un romanzo ancora più dark del primo, ma con una trama più intricata. Di più non posso rivelare. Nel frattempo mi piacerebbe studiare regia, scrivere la sceneggiatura per un cortometraggio e magari girarlo in prima persona. Mi sto già muovendo in questa direzione, dopo la scrittura la mia passione più grande è il cinema. Chissà che tra qualche anno non ne esca qualcosa di buono anche in quel senso!
Dove la possiamo trovare su internet, Sergio Boffetti?
Ho un blog piuttosto attivo, una pagina facebook personale, una pagina facebook dedicata al mio romanzo Quando la pioggia corre. Vi aspetto numerosi!