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Toppy, un moscerino dal cuore grande

coverbertoni-250pxl-72dpiFantasia, simpatia e un pizzico d’ironia… Gli insoliti protagonisti di questo racconto sono due simpatici moscerini, amici tra di loro: l’uno riflessivo e misurato, l’altro impulsivo e spontaneo. C’è anche il prepotente di turno, che ha preso di mira un esserino indifeso…. Da un gesto di altruismo, coraggioso e sincero, i vari personaggi del racconto impareranno a guardare oltre il proprio piccolo mondo, per scoprire ed accogliere le ricchezze degli altri. Con la freschezza della favola il lettore (e non solo il piccolo lettore) è accompagnato a riflettere sui valori dell’amicizia, della solidarietà, dell’accoglienza reciproca, con l’invito a non temere di lasciarsi guidare dal proprio cuore.

Autore: admin

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2 Commenti

  1. Prendete due moscerini, uno riflessivo e maturo, e uno abituato ad agire d’istinto. Prendete un’ambientazione molto realistica, e popolatela con tanti altri piccoli animaletti dai nomi buffi. Mettete poi un po’ d’avventura, un po’ d’ironia e due bulli “cattivoni”. Otterrete così “Toppy, un moscerino dl cuore grande”: un racconto divertente, che fa riflettere sui valori dell’amicizia e della solidarietà col sorriso.
    Non è, però, solo un libro per bambini: la lettura di un adulto svela anzi la profondità del tema dell’accoglienza reciproca, insolita per un racconto illustrato. L’accoglienza reciproca e l’accettazione del “diverso” (se promosse da un sincero desiderio biunivoco) diventano per i protagonisti un’occasione di arricchimento. Libro interessante, che rivela un’inaspettata profondità e sensibilità, riguardo a temi che troppo spesso sono dati per scontati, soprattutto per i più piccoli. Perfetto anche come lettura scolastica.

  2. Questo libro inganna: sembra un piccolo libricino per bambini, vivace e divertente… Innocuo… Invece rivela una vena interessantemente riflessiva, che porta il lettore a pensare alla situazione attuale. Un Paese diviso tra nord e sud, tra studenti e operai, tra gay e etero, tra chiesa e politica (o forse no) e chi più ne ha più ne metta. Dentro questo libro non ho trovato la risposta a tutte queste divisioni, ma sicuramente ho trovato un suggerimento: il dialogo. Favorire il dialogo fra chi è ritenuto “diverso” e chi è ritenuto “normale”, questa è l’unica via per migliorare la nostra società. E a chi è meglio insegnarlo se non ai bambini? Sono loro i giovani di domani che dovranno scegliere tra un mondo pieno di barriere o un mondo di condivisione (e non di finto buonismo) vera e autentica.

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