Giancarlo Siani. Passione e morte di un giornalista scomodo. Un libro di Bruno de Stefano.
“Non ha paura a scrivere certe cose?” “Ogni tanto sì” “E allora perché lo fa?” “Perché è il mio lavoro, perché l’ho scelto. E non è che mi senta particolarmente coraggioso nel farlo bene. E’ che la criminalità, la corruzione, non si combattono soltanto con i carabinieri. Le persone per scegliere devono sapere, devono conoscere i fatti. Allora quello che un giornalista-giornalista dovrebbe fare è questo: informare” (Fortapàsc- Marco Risi)È la notte del 23 settembre 1985: Giancarlo Siani, giovane giornalista de “Il Mattino”, viene brutalmente trucidato dalla camorra sotto la propria abitazione, nel quartiere Vomero di Napoli.
Negli occhi di quel ragazzo la passione per la scrittura e per le inchieste. In quegli occhi, il sogno di ottenere, un giorno o l’altro, un contratto e un lavoro stabile. Un giornalista-giornalista, un ragazzo pronto a mettere a rischio la propria vita, a lottare contro un sistema troppo spesso sporco e inquinato, un giovane uomo che, in compagnia della sua Mehari verde e di una macchina da scrivere, è diventato, suo malgrado, simbolo ed emblema per chi, sin da piccolo, sognava di fare questo mestiere.
E’ la passione, l’impegno, l’amore per la verità, la voglia di urlare per combattere l’impunità, per contrastare un sistema sporco, denunciare soprusi e ingiustizie: è tutto questo e molto di più che porta molti ragazzi e ragazze a volere, nel loro piccolo, cambiare il microcosmo che li circonda, avvicinandosi al mondo del giornalismo.
E per tutti coloro che scelgono di diventare giornalisti onesti, per quelli che di questo mondo conservano ancora una visione romantica, beh, Giancalo Siani non è un eroe, ma un esempio da seguire, un giovane ragazzo che amava il suo lavoro più di ogni altra cosa, pronto a mettersi contro la malavita organizzata per amore di giustizia.
A far luce sulle vicende, Bruno de Stefano con il suo libro, Giancarlo Siani. Passione e morte di un giornalista scomodo, già acquistabile su laFeltrinelli.it al prezzo di €13,60.
Il lavoro, Giulio Perrone editore, arriva in libreria a 27 anni dall’assassinio Siani, per riaprire nuovi interrogativi sulla morte del giornalista campano e avanzare nuove ipotesi. Perché se “i processi e le sentenze hanno stabilito che Siani è stato trucidato per aver scritto che il clan Nuvoletta aveva venduto il boss Valentino Gionta ai carabinieri, facendolo arrestare”, è anche vero che quella “manciata di righe non contiene nessuna verità sconvolgente.” Siani stava raccogliendo, però, materiale sui rapporti tra camorra, politica e affari, per scrivere un libro, di cui non resta traccia. E se della figura del giornalista-eroe si sa già tutto, delle sue aspirazioni, del suo impegno, delle sue passioni e delle indagini che hanno condannato killer e mandanti del suo omicidio, purtroppo, si sa ancora ben poco. Ed è proprio su questo che cerca di indagare e far luce il giornalista autore di questo degno lavoro che non vuole dar spazio alla memoria dell’uomo in maniera retorica, ma far luce sul caso Siani e dare degna giustizia a chi per questa causa ha perso la vita in quella maledetta notte del 23 settembre.