I Cinque sensi: le storie di Andrew J.Forty
Vista, gusto, udito, olfatto e tatto. Cinque sensi, cinque storie. È così composto il libro polisensoriale di Andrew J.Forty (alias Andrea Quaranta) I cinque sensi, edito da Adef in formato e-book (su lafeltrinelli.it a € 7,99).
Attraverso il paradosso, l’assurdità, l’apparente banale quotidianità, le cinque storie incentrate su ciascuno dei sensi, sono legate alla morte, conseguenza quasi inevitabile che avviene in modo ed in contesti che appaiono surreali. I personaggi sopraffatti, sembrano non avere scampo. La morte giunge procurata da cause esterne, spesso misteriose o auto-procurata.
Ne Il gusto narra la storia di una giovane coppia felicemente sposata, Katrin e Andrea. L’unico “problema” è la letterale incapacità di Katrin ai fornelli. Non serve a nulla il suo impegno. Le sue pietanze non hanno mai un buon sapore. Per far superare questo limite a Katrin, Andrea cerca su Internet un libro che potrebbe illuminarla e lo ordina. Quando riceve la consegna nota subito le anomalie del testo tra cui un cattivo odore. Sarà proprio questo libro a condurre Katrin alla frenesia della cucina e i due coniugi alla morte.
Ne Il tatto, il barbone Nessuno, nel periodo di Natale, vaga per la città infreddolito. Ma durante le sue ricerche trova un paio di guanti e un paio di scarponi. Crede sia un miracolo natalizio. Ben presto però, deve ricredersi perché quel dono, lo conduce alla morte tra atroci dolori. Il vento porta via la sua ultima frase: “Non ci sono miracoli a Natale…”.
L’udito racconta la storia, fatta di sequenze temporali, di Leonardo e Mirko, due fratelli che si preparano a trascorrere una serata in un night club ed invece vengono attratti da due strane ragazze ad un Rave Party al quale però non riescono a sopravvivere.
Ne La vista, Angelo, un uomo benestante, cieco dopo un incidente viene rapito e salvato dal Labrador Iago, il suo più fedele amico che uccide i rapitori. Storia di una tenera amicizia l’unica ad avere “un lieto fine” per il protagonista.
Nell’ultima storia, L’olfatto, Laura, una donna sola e depressa, è attratta da un fiore che è come un maleficio e la conduce al suicidio: un atto di liberazione.
Originalità del tema, lessico semplice, fluidità della narrazione, ritmo incalzante degli eventi. Da leggere.