Intervista a Emanuele Marcuccio, autore del libro Pensieri minimi e massime
Salve Emanuele, le va di raccontarsi un po’ ai nostri lettori?
Certamente e la ringrazio per questa intervista. Sono nato a Palermo, nella bella Sicilia, nel 1974, ho trentotto anni e scrivo poesie dal 1990, quando a scuola, sedicenne, per la prima volta mi chiamarono poeta. Così, dopo la pubblicazione di varie poesie su antologie e riviste letterarie, nel marzo 2009 finalmente esce la mia raccolta di poesie Per una strada. Il 9 giugno 2010 ho accettato la proposta di una casa editrice come collaboratore editoriale esterno per la scoperta di nuovi talenti poetici e, tra giugno 2010 e maggio 2012, ho presentato tre autori, riuscendo così a far pubblicare quattro libri di poesie. Nel giugno 2012 esce il mio secondo libro Pensieri minimi e massime, una raccolta di aforismi e pensieri vari. E per il 2013 ho pronta una seconda raccolta di poesie, che ho deciso di intitolare Anima di poesia. Dal 1990 sto scrivendo anche un dramma epico, ambientato nella meravigliosa Islanda, al tempo della sua colonizzazione, di argomento storico-fantastico.
La sua è una raccolta di aforismi, molti dei quali trattano il tema “poesia”. Cos’è per lei la poesia?
Come ho scritto in questa raccolta, per me la poesia è la più profonda forma di comunicazione verbale mai creata dall’uomo, per esprimere i più reconditi sentimenti umani, le più profonde emozioni. Questa, delle tante definizioni di poesia, espresse nel libro, è quella che mi sembra più sintetica. Tuttavia, la poesia sfugge a ogni definizione e solo innumerevoli interpretazioni se ne possono dare. Poi, la poesia, nella sua accezione più ampia, non è solo quella legata ai versi ma, alla prosa, alla musica e all’arte in genere. Quanta poesia possiamo scorgere ad esempio ne I promessi sposi di Manzoni o, quanta in una canzone di Battisti, come I giardini di marzo o, quanta in un’Opera di Puccini, o in un notturno di Chopin! O quanta poesia possiamo trovare ad esempio nella Gioconda di Leonardo o nella Pietà di Michelangelo!
“Scrivere è una cosa completamente priva di senso. Scrivo per inerzia, perché ho sempre scritto.” Queste parole sono di Pier Paolo Pasolini. Per lei, invece, che senso ha scrivere? Quando ha iniziato?
Per me la scrittura è trasfigurazione del caos del proprio vissuto. Ho iniziato nel 1990 scrivendo poesie. Per me il fine della scrittura è emozionarmi emozionando i propri lettori.
Che rapporto ha con la prosa?
La prosa non è nelle mie corde di scrittura, preferisco leggerla, come scrivo in un aforisma scritto successivamente alla stesura di Pensieri minimi e massime, “L’aforisma è la sintetica risposta della prosa alla poesia”. L’anima dell’aforisma è la sintesi, così come lo è per la poesia ma in modi e caratteristiche differenti. Non riuscirei mai a scrivere un racconto, né un romanzo, tuttavia ho scelto il teatro e un dramma in versi per cercare di esprimere la mia vena narrativa e, al contempo, continuare a cercare di esprimere la mia poesia.
Qual è la sua dimensione letteraria? Quali sono i suoi autori di riferimento?
Sono tanti gli autori, soprattutto i poeti, che hanno contribuito a formare la mia dimensione letteraria. Ho iniziato a scrivere poesie nel 1990 e, all’inizio sono stato molto influenzato principalmente da Foscolo, Leopardi e gli stilnovisti, avevo bisogno di modelli da cui partire, queste influenze sono però riconducibili ai vocaboli utilizzati, non all’imitazione del loro stile. I miei poeti preferiti sono: Leopardi, sopra tutti, poi Pascoli, soprattutto per la poetica del fanciullino, il fanciullo che c’è in ognuno di noi, e Montale, perché la sua poesia mi affascina e conquista ad ogni rilettura, quasi in una vertigine per i suoi abissi di profondità. Poi, sono rimasto affascinato dalle poesie di Federico Garcia Lorca, lette soltanto nella sua traduzione italiana, a questo proposito, nel ’96, dopo averne letto un’ampia antologia, tra il ’97 e il 2000 scrissi quattro omaggi a Garcia Lorca, in cui ho cercato di imitarne in maniera personale lo stile, e si possono leggere nel mio primo libro Per una strada.