Intervista a Gianni Vianello, autore de La venditrice di fiori di campo
Le nostre domande sono oggi dirette a Gianni Vianello, scrittore di origine veneziana ma romano d’adozione, che ci racconta del suo ultimo libro La venditrice di fiori di campo edito da Manni Editore. A lui la parola.
Nel suo libro di racconti, La venditrice di fiori di campo, cimenta sé stesso sperimentando diversi temi. In quale di questi crede di sentirsi più a suo agio?
Non sembra (anche se è un tema svolto in una decina di pagine) ma è La notte dei fuochi. Non solo obbedisce ad un principio caro a molti Scrittori: il salto rapido, la sequenza di istantanee, senza fronzoli, dove l’emozione comincia già nella prima frase, ma propone il tema “salvifico”del surreale. L’azione, il fatto supera la dimensione del reale ed è capace di evocare immagini e suggestioni a volte fantastiche, rivelando lati della psiche umana. Un tema che permette di creare immagini e accadimenti complessi. Se la Fantasia non manca.
A quale dei racconti de La venditrice di fiori di campo si sente più legato? C’è la possibilità che uno o più dei personaggi descritti nei suoi racconti possa divenire il protagonista di un prossimo lavoro, magari di un romanzo?
Sono due, veramente. 2049 è stato pensato qualche anno fa e, con un altro titolo, è stato tra i finalisti del premio Teramo. Riguarda il tema della”vendetta”, un’azione al di fuori delle regole, senza la quale il delitto non paga. Mi intriga l’intreccio che muove dal passato fino a coinvolgere la giovane protagonista della storia, nonché la complessa collocazione storica e geografica, tessuto imprescindibile della vicenda. Il secondo, La venditrice di fiori di campo, che dà il titolo alla breve raccolta, riproduce (secondo me in modo autentico) il tema della separazione e della perdita, presente nel romanzo che il protagonista sta traducendo. Quando una vecchia relazione sembra restituirgli la felicità, un destino oscuro travolge la sua esistenza. Potrebbe essere Véra (“2049”). Chissà.
Saggi, poesie, racconti su argomenti vari e diversi: da dove nasce la passione di scrittore di Vianello e sopratutto su quali maestri della letteratura si forma?
La voglia di scrivere c’è. Ma non fa di noi degli “scrittori”. Tralasciando i classici, molti contemporanei per la poesia di casa nostra e stranieri, e i tanti storici per i saggi, riduco l’elenco a Calvino, Carver, Cheever, Scott Fitzgerald, Kundera, Marquez. Butto lì.
In uno dei suoi racconti, 2049, una vera e propria spy story, sullo sfondo recita anche Venezia, la sua città d’origine, inglobata in uno scenario semi apocalittico d’acqua alta che ha ormai cancellato parte della città. Quanto crede sia reale tale situazione?
Tanto. La Grande Marea ci sarà. Prima o poi verranno stravolti i modelli matematici. L’allentamento molto probabile dei campi magnetici e il mancato sfruttamento delle energie rinnovabili saranno tra le cause concomitanti del surriscaldamento terrestre, con la conseguente reazione a catena: scioglimento dei ghiacci, mutamento delle correnti oceaniche, lento innalzamento del livello dei mari. Ne avvertiamo i fenomeni in questi ultimi anni. Estati torride, cicloni continentali, siccità, Secondo la stima dell’Agenzia Europea dell’Ambiente le vittime delle ondate di calore nel 2080 saranno centinaia di migliaia.
Progetti per il futuro?
Il futuro è sulle ginocchia di Giove… Mi sto occupando di una sceneggiatura, una libera riduzione in due parti, da un mio saggio: Io, Costantino. Il processo, di cui ho recuperato i diritti (tra i cinque finalisti al XXVI Premio Firenze, 2008). Luogo della rappresentazione ideale l’oratorio di San Silvestro, Basilica dei Santi Quattro Coronati, sul Celio, un antico quartiere di Roma.