Viaggio nell’India del Nord. Recensione di un racconto tra Storia e bellezze nell’India classica, all’interno dell’India contemporanea
Viaggio nell’India del nord (ed. Einaudi, 12 € su Feltrinelli.it), di Cinzia Pieruccini, Mimma Congedo non è un racconto di viaggio come lo si può normalmente pensare. E’ un viaggio – studio. Alla scoperta di una parte del subcontinente indiano che più raccoglie diversità religiose e culturali, economiche e storiche.
L’India è un Paese immenso, e ogni titolo che ne parla non potrà far altro che raccontarne solo una minima parte. Questo della Pieruccini, docente di Indologia all’Università di Milano, e studiosa di Storia dell’arte dell’India,e della Congedo, collaboratrice delle cattedre di Indologia e Lingua e letteratura sanscrita dell’Università di Milano, è un libro che tenta di scandagliare le culture e religioni delle parti più importanti del settentrione indiano, partendo dai testi sacri, passando per le rovine archeologiche, navigando tra Storia e leggenda, per arrivare a fare una panoramica di quello che potremmo aspettarci, almeno da questo punto di vista, facendo un viaggio in zona.
Viaggio che parte da Delhi, immensa metropoli, innescando un racconto che inizia nel Mahabharata, il poema che tante volte ispirò Gandhi, in cui vi è anche tra le altre cose la fondazione della città.
Secondo il testo sacro, infatti, fu l’architetto degli Dèi a costruire per il sovrano un palazzo di meraviglie. ‘Viaggio nell’India del nord’ racconta infatti l’India partendo dai testi e facendoli corrispondere ai siti archeologici, stimolando l’immaginazione anche se il libro è corredato da una cinquantina di illustrazioni.
D’altronde è un metodo per rendere l’immensa varietà che ci si può trovare di fronte, anche pensando alla moltitudine di lingue, in ogni piccola parte del Paese un dialetto o un vero idioma differente, e in cui l’unico denominatore comune è rappresentato dall’inglese.
L’itinerario dopo Delhi va verso l’Uttar Pradesh fino a Varanasi e la vicina Sarnath, quindi si sposta nel Madhya Pradesh per Khajuraho e per si entra nel Rajasthan, fa una puntatina nel Punjab e termina a Delhi e Agra.
L’intenzione delle autrici nel libro è attraverso i luoghi percorrere e affrontare “lo sviluppo della civiltà indiana con le sue creazioni culturali e artistiche in una sorta di viaggio cronologico, anche in questo caso non forzatamente lineare, ma in cui ci sembra possano emergere in modo abbastanza chiaro il suo procedere e la sua complessità”.
Dunque si arriva alla favolosa Ayodhya, la città di Rama, settima incarnazione del Dio Vishnu, laddove è ambientata parte del poema storico-epico – ormai la reale esistenza di Shri Rama è stata verificata – del Ramayana.
Poi si giunge a Benares, altro luogo importante per l’induismo, dove il Gange, il fiume sacro, zampilla dalla testa di Shiva, fino a Varanasi, detto “il grande guado di Shiva”, con il tempio a Lui dedicato.
Ma l’India non è solo induismo. Sarnath, che incontriamo lungo il cammino, per esempio, è la città sacra buddhista insieme con il Parco delle Gazzelle. E’ il luogo dove Gautama Buddha annunciò al mondo le quattro nobili verità, parlando anche del karma e del dharma. E poi ancora via a Sanchi con gli stupa e i monumenti al buddhismo e in seguito a Vidisha e alle grotte di Udayagiri, laddove vi sono tracce della Dea, la Madre Primordiale.
Si prosegue per Mathura e al Rajastan, la ‘terra dei re’, laddove fu la patria di Mahavira, altra grande incarnazione vissuta al tempo del Buddha, con le sue distese di deserto roccioso, teatro di epiche battaglie e di romantiche storie d’amore. Penultima tappa è il Punjab, terra dei Sikh dal fondatore Sai Baba di Shirdi, con il loro centro principale ad Amritsar, “Laghetto d’ambrosia”, dove sorge il tempio principale, chiamato il “Tempio d’oro”.
Infine si ritorna a Delhi passando per vari monumenti e si termina ad Agra, luogo del celebratissimo, per chiudere in bellezza con il Taj Mahal, la “corona del palazzo”, emblema della grandiosità e dell’equilibrio, della bellezza dell’Uomo.
‘Viaggio nell’India del nord’ non è dunque una guida sui luoghi, e tantomeno è una guida turistica, ma un viaggio attraverso i grandiosi monumenti e luoghi lasciateci dal Paese più spirituale del mondo, attraverso la sua cultura, letteratura e molte religioni.
Non si troverà dunque moltissimo dell’India moderna, quanto invece un resoconto di quella più antica. Questa è la traccia scelta delle due autrici, ed è interessante concentrarsi su questo aspetto, una volta tanto, piuttosto che sui milioni di problemi che l’India contemporanea soffre. Perché tra il Mahabharata e i templi Varanasi, e gli altri monumenti religiosi, sorgono le radici non solo della cultura indiana.
Sono inoltre particolarmente delicate le pagine dedicate all’arte sultanale e mogul.
Consigliato per chi ama l’India ancora prima di partire, oppure la ama ancora di più dopo esserci stato. E anche per chi è solo curioso.