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Appunti di un venditore di donne. Nel nuovo libro di Faletti, si può essere coinvolti e parteggiare per un criminale?

Appunti di un venditore di donneAppunti di un venditore di donne (ed. Dalai, 14 € su Feltrinelli.it), di Giorgio Faletti. Molti saranno entusiasti leggendo di quest’autore, molti altri storceranno il naso.

I fenomeni letterari sono sempre antipatici ad una fetta di popolazione di lettori, però non si può fare a meno di capire se per ogni libro che pubblicano valga la pena una scorsa oppure no.

Quest’oggi parliamo dell’ultima fatica dello scrittore di thriller, che non è più ambientato all’estero ma nell’italianissima Milano, in un’atmosfera noir. E gli anni sono quelli tra i più bui della nostra Storia recente, siamo nel 1978 ed è il tempo del rapimento di Aldo Moro da parte delle Brigate Rosse e del controllo totale della mafia in Sicilia, mentre nella capitale economica le bande criminali di Vallanzasca e Turatello fanno aumentare la tensione alle stelle.

Un Paese isterico, pieno di difficoltà, ma in cui da lì a poco avrebbe iniziato il decennio del ‘miracolo economico’ degli anni ’80, e la città meneghina si sarebbe trasformata nella famosa ‘Milano da bere’. Anche se  non sono ancora quei tempi, la dolcevita lombarda si concentra nella sua capitale e cerca di dare il meglio di sé, scorrendo come se nulla fosse. In questo ambiente fa la comparsa Bravo, un uomo dal viso menomato, come ci viene subito presentato, che vive tra ristoranti di lusso, discoteche, bische clandestine e cabaret, va in giro circondato da donne affascinanti e irraggiungibili e con un mazzo di soldi in tasca.

Bravo infatti non è un semplice uomo d’affari, oppure lo è, dipende dai punti di vista. Bravo sa vendere bene, ma non vende merce, bensì donne. E’ un protettore, trova chi è disponibile a vendersi a fa l’affare con uomini che “ hanno paura e non hanno tempo…far andare avanti un’azienda, una banca o un partito politico. Tutte queste cose il tempo se lo divorano. La paura, invece, è quella di sentirsi dire in faccia il monosillabo che meno riescono ad accettare: no”.

E’ un uomo circospetto, che si muove sul filo del rasoio in un ambiente tra malavitosi, mafiosi e terroristi, ma tutto sommato riesce a restare in equilibrio.

Il suo ‘tempo libero’ lo trascorre con il vicino di casa cieco, Lucio, con cui ogni giorno scambia crittografie, complicati giochi enigmistici che si trovano nelle riviste, in cui a una sequenza di numeri corrisponde una frase da decifrare. “Un giorno uno di noi ne inventerà uno particolarmente complesso e l’altro lo risolverà. Forse quel giorno potremo dire di essere amici”, dice il protagonista.

Tutto cambia quando ad un certo punto entra nella sua vita Carla, che lavora per una ditta di pulizie ma che dietro all’apparenza dimessa Bravo sa che si nasconde una dea, e decide di reclutarla. Carla tuttavia, pure se disposta a vendersi al miglior offerente per sfuggire alla povertà, sussurra una frase a Bravo che non sentiva da tempo: “Con te ci verrei anche gratis”.

Forse non il migliore romanticismo, però Bravo riscopre sentimenti e desideri ormai assopiti. Quello che scoprirà, però, è che Carla per lui non sarà fonte di riscatto, bensì a causa sua comincerà a dover scappare da tutti quelli che lo vogliono incastrare e uccidere. E’ l’inizio di un incubo che lo trasformerà in un uomo braccato dalla polizia, dalla malavita e da un’organizzazione terroristica. Bravo sarà incastrato come capro espiatorio una serie di omicidi e in una strage efferata, e soprattutto da quel momento per salvarsi dovrà contare solo su se stesso.

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Alla fine il passato ritornerà e non sarà piacevole, e Bravo si troverà a fare i conti con una realtà molto più grande di lui, figlia della violenza del proprio tempo, e molto più sporca dei suoi loschi affari. In un ambiente corrotto che ricorda anche i nostri, di tempi.

Considerando il genere e l’autore, è uno dei libri meglio scritti da Faletti, forse perché c’è qualcosa di lui, come egli stesso afferma, dicendo sul suo sito: “Credo che in ogni libro un autore metta una parte di sé stesso. Questo in particolare non racconta solo una storia, ma anche una parte della mia storia”.

Faletti ci porta tra i vicoli di Milano e molti suoi luoghi che non esistono più, tra i comici del Derby che avrebbero da lì a poco rivoluzionato la comicità italiana e posti realmente vissuti dall’autore nei tempi della gioventù, all’inizio della sua carriera.

La trama parte un po’ lenta ma si velocizza presto, e alla fine si riesce a leggere, se si resta coinvolti dai continui colpi di scena, tutto d’un fiato.

Ci sono atmosfere di anni passati, le descrizioni sono molto dettagliate tra vecchie auto su cui si possono leggere antiche marche, i prezzi in lire, i locali di una volta.

Anche l’ambiente intorno a Bravo non ci è svelato subito, o meglio ci dona una specie di apparenza, ma pian piano come uno zoom che si allontana possiamo  vedere sempre più il reale contesto criminale in cui opera, e in cui egli pure è sommerso senza rendersene conto.

L’operazione che Faletti fa, nel libro, è di cercare di far fraternizzare Bravo al lettore, di muovergli a pietà, di farlo diventare un amico, tanto viene presentato dal cuore tenero, nonostante il lavoro che fa. E’ possibile che questa costruzione del personaggio gli faccia perdere credibilità, perché ci si sente emotivamente coinvolti parteggiando per il criminale.

Il che non dovrebbe essere normale, però, di certo, è che Faletti ha voluto convogliare il messaggio che anche queste persone sono come noi, e possono diventare ostaggi del proprio tempo. Dimenticando, però, che siamo esseri umani perché abbiamo una volontà, e una libertà di scelta. E i pensieri dell’autore, incastrati qui e là, lo rendono a volte superficiale.

Una lettura piacevole.

Autore: Alex Buaiscia

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