Intervista a Gabriele Formenti il romanziere e musicologo, autore del libro "Il Fortepiano di Federico" - RecensioniLibri.org Intervista a Gabriele Formenti il romanziere e musicologo, autore del libro "Il Fortepiano di Federico" - RecensioniLibri.org

Intervista a Gabriele Formenti il romanziere e musicologo, autore del libro “Il Fortepiano di Federico”

C’è un romanziere o un musicista che ha incontrato nei suoi anni di studio da cui si è sentito fortemente ispirato?

Devo dire che sono molti i personaggi che mi hanno influenzato in questi anni. Fra gli scrittori non posso non citare Ken Follett, per la sua inventiva e per la sua predilezione per il romanzo storico. Un altro scrittore che amo e stimo molto è l’americano Paul Auster. Fra i musicisti, certamente il flautista belga Barthold Kuijken, con il quale ho avuto la fortuna di studiare, seppur brevemente. Una persona straordinaria che possiede una cultura enciclopedica sulla musica antica e sul repertorio dei secc. XVII e XVIII

Gabriele Formenti oggi è più musicologo o scrittore?

Oggi sono più musicologo che scrittore, anche se scrivere fa parte del mio mestiere. I miei studi mi hanno portato alla realizzazione de “Il fortepiano di Federico”. Non escludo dunque di proseguire con la scrittura di romanzi a carattere storico-musicale. Anzi, posso anticipare che ho già idee interessanti per un prossimo libro….

Ci darebbe un giudizio sulla musica classica italiana oggi?

L’Italia è tradizionalmente, da sempre potremmo dire, la patria della cultura e della musica classica. I più importanti teatri d’opera sono in Italia e il nostro paese ha dato i natali ad alcuni fra i più noti compositori della storia della musica. Detto questo, sembra che oggi il nostro paese non sia intenzionato, purtroppo, a valorizzare quanto di buono abbiamo in questo ambito. I continui tagli del FUS ne sono, evidentemente, una testimonianza. Nonostante ciò, il fatto che si continui a produrre musica di grande qualità è garanzia del fatto che un domani potremo ancora essere leader in questo ambito.

Se dovesse fare lezione in una classe di liceo italiana e le fosse chiesto di organizzare una lezione sulla musica classica, quali compositori sceglierebbe e perché?

Questa domanda tocca una questione assai delicata dell’istruzione musicale nel nostro paese. Infatti, sebbene non manchino cattedre d’insegnamento, non si capisce come mai, ad esempio, non si insegni storia della musica al liceo classico, come avviene invece da sempre per altre materie, come storia dell’arte, ad esempio. Un apprendimento basato sull’ascolto diretto sarebbe non solo molto apprezzato dai giovani, ma anche di grande utilità.

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Detto questo, sarebbe imprescindibile per me fare ascoltare i grandi della storia della musica: Bach, Mozart, Beethoven. Subito dopo, proporrei ascolti di compositori minori ma non meno affascianti, per fare capire l’evoluzione degli stili e delle varie scuole nazionali.

Il compositore è l’artista folle. E’ davvero così o è solo uno stereotipo?

In quello che sicuramente è uno stereotipo di stampo romantico c’è effettivamente un po’ di verità, come in tutti gli stereotipi del resto. Il compositore vive totalmente immerso nella propria arte e può capitare che appaia distante dalla realtà. Ma questo avviene più, come dicevo, nel periodo romantico che non in quello classico o barocco.

Ci sono differenze notevoli tra l’Italia e l’Europa nella capacità di apprezzare la musica classica? E se sì, secondo lei da cosa dipende?

Non direi che ci sono particolari differenze. Forse negli altri paesi europei c’è più cultura generale di musica classica, perchè magari la si impara fin da piccoli a scuola o perchè c’è più attitudine ad andare ai concerti. Come dicevo, l’Italia non ha nulla da invidiare agli altri paese europei per quanto riguarda la proposta di musica classica. Bisogna però certamente allargare la base d’utenza, e per farlo è necessario un adeguato insegnamento della materia nell’ambito dei nostri programmi didattici.

Ha mai pensato di trasferirsi all’estero?

L’idea mi ha sfiorato, lo devo ammettere. Ma è un passo per il quale ci vuole una buona dose di coraggio, che al momento non credo di avere. La “fuga dei cervelli” esiste ed è diffusa. Se ci fosse però una buona opportunità di crescita professionale, prenderei seriamente in considerazione la proposta.

Autore: gattamanuela

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2 Commenti

  1. Sono stata insegnante di educazione musicale alla scuola media di Gabriele Formenti.Non ho più avuto sue notizie ma ho molto ricordato il suo talento e la sua passione per la musica.
    Mi piacerebbe avere notizie e mettermi i contatto con lui.
    Come fare?

  2. Salve, abbiamo inviato il suo indirizzo email a Gabriele. La potrà quindi contattare direttamente.

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