La pagina bianca
Da come si sono messe le cose nel mondo, oggi quattro aprile duemilaundici, sembra così stupido parlare di una pagina bianca! Mi sento in colpa sapendo che in questo momento della gente sta morendo per delle (giuste?) battaglie, e se mi è consentito in questo spazio ritagliare un angolo di riflessione, mi domando anche perché soltanto quando ci sono degli interessi che ruotano attorno ad una guerra tutti quanti ne parlano così tanto…
Andiamo Frank, proprio tu che vivi in Francia, come ti permetti di farci la morale.
Nessuna morale, maledetta, sei sempre pronta ad insultarmi. Ma fa’ attenzione, fai molta attenzione a quello che dici!
Mhhh, sei minaccioso! Mi piace quando sei minaccioso, diventi molto virile…
Ti odio, ti odio come il freddo!
La crisi da pagina bianca, come superarla? Già, come superarla, anzi come riconoscerla? Non è detto che un povero cristo alle prese con dieci pagine piene di belle parole sia meglio di un altro povero cristo con la sua pagina bianca davanti agli occhi. E la guarda, la guarda, la guarda e la riguarda. A momenti la tocca, forse ci siamo quasi, l’accarezza, si passa la biro sulle labbra, e poi si ributta giù sulla sedia. Niente, la pagina è sempre bianca.
Una soluzione, mi dico e credo, è proprio lei, lei che viene a trovarmi soltanto quando le fa comodo, lei, bellissima e intoccabile. Lei, lei, lei…
Andiamo Frank, scrittore sfortunato. Di’ ai tuoi lettori di chi stai parlando. Di’ a tutti chi sono io e perché stai parlando di me!
No, non ancora…
La pagina bianca non fa paura, non può far paura almeno quanto quella scritta; io ho molta più paura di quella scritta. E se potessi, me ne starei con tutte le mie belle pagine bianche, tanti fogli di carta dappertutto, a fare l’amore con lei, sempre con lei e con nessun’altra.
Stanotte sentivo della musica, era una buona porta per i ricordi e le idee, sono questi i due elementi che bisogna mescolare per riempire la nostra pagina. Io la mia la riempio così. Sembrerebbe la cosa più facile del mondo. Sembrerebbe… La musica a volte non c’è, la immagino soltanto, altre volte è troppo forte e sostituisce i pensieri con i ritornelli, sempre gli stessi, quelli che costano di più e che si vendono ai ragazzini. Quei ragazzini ascolteranno troppi ritornelli invece di ascoltare le ultime notizie, e non sapranno mai cosa si prova a fare l’amore con le loro pagine bianche. Poveri loro, poveri, poveri loro…
Ieri notte, invece, ascoltavo la voce che noi artisti (come ci chiamano gli altri) sentiamo ogni volta che cerchiamo lei, ma io stavo soltanto cercando lei. Che male c’era?
E mi chiedevo, in queste notti di veglia, se soltanto scoprendo chi era lei fossi riuscito a riempire la mia pagina, come se questa pagina fosse stata lei a dettarmela.
Ma chi è lei? Lascio a voi la risposta; se ne avete una, saprete cosa scrivere sulla vostra pagina bianca.