L’amore rubato, il nuovo libro di Dacia Maraini
Le vetrine delle nostre librerie, da ieri, possono vantare un successo letterario in più. Il profumo inebriante di pagine appena sfornate invade le stradine e costringe i passanti a rallentare la marcia. Là, dietro ai vetri tirati a lucido per l’occasione, un nuovo libro, firmato Dacia Maraini, dà bella mostra di sé. La scrittrice toscana, infatti, è tornata il 29 agosto in tutte le librerie con il suo nuovo lavoro, L’amore rubato, edito da Rizzoli e già acquistabile online al prezzo di €12,75.
L’autrice pubblica questa raccolta di otto racconti e, con delicatezza, scruta l’animo delle protagoniste di queste storie dolci e commoventi. Ne L’amore rubato troviamo ritratti di donne, forti, che combattono una battaglia antica ma sempre attuale: in trincea contro uomini incapaci di confrontarsi con il rifiuto, con amori negati. Tra le pagine intime e dolorose, incontriamo Angela, Ale e Marina. Conosciamo donne che scelgono di interrompere, con dolore, una gravidanza perché figlia di uno stupro, donne che si ostinano, “per amore”, a fingere di cadere dalle scale, volti femminili intrisi di colpe e vergogne.
Donne che ancora oggi, in questo strano XXI secolo, fanno i conti con uomini, mezzi uomini, che vivono la parità dei generi come un attentato alla propria virilità. Donne che ancora oggi, in un Paese democratico e civilizzato, non riescono a liberarsi dalle catene e portano, giorno dopo giorno, la paura nei loro occhi. Donne che ancora oggi, in un’Italia in cui i numeri di omicidi e violenze sul genere femminile fanno rabbrividire, devono fare i conti con mariti, amanti e compagni incapaci di amare. Un amore confuso con il possesso e la libertà di rubare il non “dato”: un amore rubato, strappato a bambine indifese, piccoli angeli fragili, e a donne che non riescono a reagire.
Parole che arrivano al cuore. E lo accarezzano. Dacia Maraini sceglie di regalare ai suoi lettori queste tristi pagine che portano i segni di una realtà dura. Affinché queste storie non restino nel silenzio, affinché la denuncia arrivi a bussare alle coscienze dei carnefici e le donne vittime di abusi possano trovare, finalmente, il coraggio di cambiare le cose. Per ricominciare a respirare. Per tornare a vivere.