Alda Merini. La poetessa di tutti | Ornella Spagnulo
“Alda Merini. La poetessa di tutti” di Ornella Spagnulo è un interessante saggio divulgativo in cui si dipinge il ritratto di una scrittrice e donna tenace, orgogliosa delle sue luci e anche delle sue ombre, incurante dei giudizi altrui.
Alda Merini viene raccontata nella sua tormentata vita e nella sua poetica: l’autrice ha deciso di suddividere il testo in cinque sezioni, corrispondenti a quelle che lei considera le cinque tematiche ricorrenti nella produzione poetica della Merini.
Il primo argomento trattato è l’identità: la poetessa ha scavato profondamente nel suo io, anche grazie alla psicoanalisi, emergendo alla luce portandosi dietro tutto il suo bagaglio interiore, e senza seppellire la sua oscurità in luoghi inaccessibili. La Merini, anzi, l’ha condivisa con gli altri, combattendo il pregiudizio e accettandosi nelle sue tante contraddizioni; la poetessa, sin da giovane, ha sofferto di disturbo bipolare ma non l’ha mai demonizzato e lo ha reso parte della sua poetica e, a volte, proprio grazie ad esso ha prodotto alcune tra le sue liriche più intense e impattanti.
Il secondo argomento è l’amore, tema preferito dai poeti, che in quest’autrice diventa ancora più centrale e vitale: Alda Merini ha rincorso l’amore e ha amato con fiducia e con una passione totalizzante; da questo sentimento ha tratto linfa preziosa per non soccombere e, più di tutti gli uomini e gli amici, ha amato proprio la poesia, il vero grande amore della sua esistenza.
Ed è infatti la poesia il terzo argomento trattato: la poesia è stata per lei una terapia, perché scrivendo ha esorcizzato i suoi demoni o, meglio, ha famigliarizzato con loro; la poesia è stata la sua salvezza, il suo porto sicuro, il suo momento catartico all’interno delle mura di un ospedale psichiatrico.
Ed ecco il quarto argomento: la malattia e il manicomio; Alda Merini è stata internata a periodi alterni per ben quattordici anni, subendo anche l’elettroshock ma avendo anche la possibilità di essere seguita da un dottore, il freudiano Enzo Gabrici, che ha saputo aiutarla enormemente. Ed è al manicomio, luogo tremendo ma per lei anche salvifico, che la Merini ha dedicato forse la sua raccolta più significativa, “Terra Santa”, che ci porta all’ultimo argomento: la fede; è difficile comprendere la religiosità della poetessa, fatto sta che ella fu profondamente spirituale, e allo stesso tempo legata alla carne, all’erotismo.
In questo testo, la cui copertina è tratta da una fotografia di Giuliano Grittini, Ornella Spagnulo ci porta alla scoperta di una poetessa che ha fatto delle contraddizioni la sua ragion d’essere: un’ambiguità affascinante che ha dato origine a delle opere straordinarie.
Redazione