Carbone. Storia di un’anima errante | Alessandro Tognon
“Carbone. Storia di un’anima errante” è il romanzo d’esordio di Alessandro Tognon, scrittore e architetto appassionato della complessità della città europea contemporanea. Non è quindi un caso che l’autore abbia scritto un’opera in cui la dimensione urbana riveste un ruolo centrale nell’esperienza del protagonista: Peter, nato e cresciuto fino a una certa età a Bologna, viaggerà infatti in Italia e in Germania – tra Padova, Borgo Valsugana, Val di Sella, Colonia e Berlino – e seguirà un destino fatto di incontri fondanti, di eventi dolorosi e di piacevoli scoperte che lo porteranno infine a elaborare un trauma che lo aveva colpito quando era un bambino, e che aveva influito pesantemente sulla sua esistenza.
Sullo sfondo di queste esperienze vi è sempre la città nel suo essere allo stesso tempo amica ed estranea per chi ci vive o ci trascorre un determinato periodo; la città diventa, con le sue strade, i suoi monumenti, le sue contraddizioni, il palcoscenico su cui Peter recita la vita, declama i suoi monologhi, espone le sue sofferenze sperando di sublimarle. Da architetto, l’autore è molto abile nel descrivere i luoghi in cui approda il protagonista, dotandoli di personalità e di peculiarità che ne fanno personaggi del romanzo a tutti gli effetti; da scrittore, invece, egli sa plasmare la materia letteraria piegandola ai suoi scopi: nell’opera riesce a creare attesa e tensione nel lettore, il quale si trova davanti a uno strano malessere di Peter, a cui non riesce a dare una spiegazione.
Egli vede in diverse occasioni una massa nera che occupa il suo campo visivo, che annebbia il suo cervello e gli crea uno stato di panico: «D’improvviso una grande sfera nera, molle, ma dalla forma perfetta, calò dall’alto e si avvicinò a me o forse solamente crebbe di dimensioni, riducendo, in una macabra danza lenta e inesorabile, il mio spazio vitale […] Lo spazio si stava esaurendo e con questo anche l’ossigeno, il mio respiro divenne sempre più affannoso e disperato. Il bianco, o grigio molto chiaro, della stanza quasi non si vedeva più, mentre un nero severo e imponente mi era addosso, superbo e opprimente come sempre».
In questa descrizione possiamo intuire l’angoscia che prova il protagonista: ma da cosa è causata questa nera visione? Quando lo scopriamo – e anche in questo caso c’entra una città e una tragedia a lei legata – restiamo attoniti: Alessandro Tognon sa come stupire, e sa raccontare una storia che parla tanto di dolore quanto di incredibile resistenza agli urti della vita.
Redazione