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Intervista ad Andrea Dosio, autore de “Frammenti del mio infinito”

Dosio

Sono nato a Torino nel 1971, formato al liceo D’Azeglio, successivamente praticante di giornalismo a Milano e dai 25 anni mi sono dedicato alla comunicazione commerciale, sviluppata via via con viaggi all’estero e conoscenza delle lingue che a partire del 2008 ho iniziato ad insegnare a tempo pieno organizzando corsi per università straniere, includendo l’italiano che sta vivendo un rinascimento“. Si presenta così Andrea Dosio, autore dell’opera Frammenti del mio infinito.

Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.

La filosofia si è trasformata e allontanata dall’ambito intimo spirituale per avvicinarsi a funzioni comunicative, per recuperare istanze più esistenziali. Questo libro ripercorre la storia della disciplina reinterpretandola e proponendo nuove prospettive senz’altro agganciate al presente ma senza abbandonare le istanze di realizzazione dell’Io su uno sfondo necessariamente senza tempo.

Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?

I miei genitori mi hanno cresciuto a pane e libri, ho espresso da sempre una vocazione alla meditazione, dopo una fase dedicata al giornalismo sono entrato nell’ambito della comunicazione commerciale e successivamente dell’insegnamento delle lingue. L’esperienza di vita mi ha fatto ritornare all’interesse per la scrittura con molto da dire non solo in filosofia ma anche in attualità.

Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.

Riflessioni raccolte dal passato, letture integrative e note in maggioranza redatte “al volo” sull’ispirazione del momento anche camminando si sono via via formate attorno ad un nucleo strutturale nell’arco di circa tre anni.

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Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.

Credo in particolare a Julius Evola, per temi trattati e tono di esposizione. Non dare per scontati i concetti e suggerire taciti dialoghi con chi legge via via che avanzo.

Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?

Also sprach Zarathustra di Richard Strauss.

Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.

Ragazzi, oggi vogliamo leggere qualcosa che faccia elevare lo spirito ma anche riflettere sull’attualità e con stile di scrittura snello, spero di coinvolgervi.

Autore: redazione

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