I racconti incantati | Gloria Donati
La trama
Un mondo magico è quello dove a volte ognuno di noi vorrebbe rifugiarsi. Un luogo senza tempo, dove a narrare le vicende è la voce della fantasia. Così basta lasciarsi trasportare dalle parole di questo libro per entrare in un mondo popolato di piccole fate colorate, folletti dai buffi cappelli appuntiti, elfi, alberi centenari parlanti, unicorni, ma anche streghe malefiche e crudeli. Vagheremo in luoghi fantastici, tra le terre del Sud e Ovesfalda, nel regno meraviglioso di Feirivord, dove il tempo scorre in modo diverso che sulla nostra Terra, oppure ci perderemo nella bellezza di boschi, castelli e vallate, dove le paure a volte corrono sul filo di antiche leggende. Dietro a ogni storia si celano insegnamenti e ogni racconto è un’occasione per riflettere sulla vita.
I racconti incantati, l’opera di Gloria Donati, è tutto questo, e tanto altro ancora. Gioioso, riflessivo, grintoso. Un testo che si focalizza sull’importanza di sognare e dare libero sfogo a immaginazione e creatività, con l’aiuto della fantasia, per poter raggiungere notevoli livelli di riflessione su tematiche essenziali nella vita di tutti i giorni, nonché universali, quali l’amore, perché ogni personaggio è spinto dall’amore verso i suoi amici o i suoi famigliari; l’altruismo, rappresentato nel libro dai tanti gesti compiuti dai personaggi verso gli altri, perché aiutare le persone è fondamentale e non va mai dimenticato; la lotta, in quanto ogni personaggio è in continua lotta con se stesso o con i cattivi, questo perché nella vita si lotta sempre e si rivela fondamentale non arrendersi mai.
“Ogni cosa è importante a suo modo piccola o grande, bella o brutta che sia, nel ciclo della vita ha un ruolo preciso e importante, non bisogna essere degli eroi per mostrare coraggio o essere importanti, basta essere se stessi…” e ognuno è speciale per quello che è.
“Le mie fiabe potrebbero un po’ ricordare le filastrocche di quando io ero piccola, ma senza rime, le mie fiabe sono infatti brevi e con un finale spesso moralistico – ci racconta l’autrice, rendendoci partecipi della genesi della sua creazione – quest’opera nasce quasi per caso! Ovvero: tre anni fa sono stata costretta a casa per problemi di salute, motivo per cui ho passato un anno e mezzo in casa senza potere uscire e restando indietro con l’università. Così ho cominciato a scrivere delle favole per i miei cuginetti e poco per volta sono nati questi racconti, diciamo è stato un modo per evadere. Poi una mia amica mi ha chiesto di farle una favola per sua sorella e quando mi ha detto che non smetteva di leggerla, ho detto ok, proviamo a pubblicarli! E così è stato”. L’opera protagonista della nostra presentazione è dedicata a tutti coloro che continuano a sognare e a sperare senza arrendersi. L’autrice lo dedica soprattutto ai suoi genitori e alla sua meravigliosa sorella gemella Samanta.
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L’autrice
Gloria Donati è nata nel 1992 a Bracciano (RM). Si è laureata in Scienze dei Beni Culturali alla Tuscia e si è poi iscritta alla Magistrale a Roma Tre. Vincitrice del Servizio Civile Universale, è stata per un anno volontaria presso il Museo Napoleonico come accompagnatrice nelle visite. Ha partecipato a concorsi letterari ottenendo vari riconoscimenti: Centro culturale “Giuseppe Gioachino Belli”, Ibiscos, Cristian Enderson, Pontedera “Giovanni Gronchi” (primo premio ex-aequo negli anni 2006- 2010-2011, secondo premio ex-aequo nell’anno 2002), centro culturale “I giardini dell’anima” vincitrice del terzo premio per la festa della donna, Concorso letterario Giovanile “Roberto Bertelli” (due segnalazioni anno 2004-2005), partecipazione a Capit Concorso Nazionale di Poesia e Narrativa Terzo Millennio Roma, concorso di narrativa e poesia “Franco Bargagna” (primo premio ex-aequo anno 2008). Ha pubblicato alcune poesie e storie e il libro fantasy Regno di Ehiart (Nep Edizioni, 2015).
Circa la nascita della sua passione per la scrittura ci rivela: “La passione per la scrittura nasce fin da bambina, ereditata da mia madre; i miei genitori mi hanno sempre indirizzata e seguita in tutto, mia madre scriveva poesie e favole e così ho iniziato anche io, anche perché mio padre da bambine ci ha insegnato il piacere del leggere e mia madre quello dello scrivere. Devo ringraziare i miei genitori, i loro consigli come l’appoggio che mi hanno dato se ad oggi ho potuto fare un passo così grande e importante per me. Non è per me la prima volta che mi cimento in questo genere di scrittura, ho partecipato ad alcuni concorsi con alcune di queste fiabe, ad esempio La storia senza fine. La storia a cui sono più legata è quella delle avventure oltre le pozzanghere; perché racconta di due gemelline che vivono in campagna, quelle gemelline siamo io e mia sorella con i nostri giochi e la nostra casa. Sognare di vivere in un altro mondo era un modo per fuggire dalla realtà del bullismo che ci ha accompagnate fino alla fine delle medie e quei troll che alla fine le due sorelle sconfiggono non sono altro quei compagni che alla fine abbiamo affrontato, vincendo contro il bullismo. Il troll buono invece non è altro che la mia ex professoressa di inglese: sembrava essere la più cattiva, colei che non voleva aiutarci e non credeva in noi, poi con il tempo ho scoperto che lei fu l’unica a credere e ad aiutarci. Quindi il troll buono è il simbolo che niente è come sembra!”
Tra i progetti presenti e futuri della nostra autrice c’è un fantasy per ragazzi, ma prima desidera vedere come va I racconti incantati e restare, per il momento, con i piedi per terra.
Tornando alla stesura della suddetta opera, Gloria Donati ci racconta un aneddoto alquanto curioso e tenero: “Appena avevo finito di scrivere le avventure di Kim il pirata arrivarono a casa i miei cuginetti, che vollero a tutti i costi la favola. Cosi per non deluderli andai allo studio e distrussi completamente la copertina con cui erano state rilegate le dispense dell’università, in quanto era fatta di cartone e plastica leggera per ricreare un libricino che i miei cugini si sarebbero potuti leggere con calma, da quel momento ogni volta che terminavo di studiare e dovevo eliminare le dispense mettevo da parte il cartoncino e la plastica per ricreare poi un libro da dare ai miei cugini”.
Lo stile
“È difficile definire il mio stile o dire a quale autore io mi sia aspirata, anche perché non sento di somigliare a nessuno dei grandi scrittori, non perché io sia meglio, ma perché sono appena diventata un esordiente e quindi dire di sentirmi vicino o simile ad un grande scrittore è un po’ un azzardo – afferma Gloria Donati – sicuramente il mio stile è molto veloce, lascio molto spazio all’immaginazione e non amo girare intorno per 3/5/8 pagine ad una cosa quando con una pagina si può dire tutto! A chi mi sono ispirata? I miei genitori hanno ispirato la mia scrittura, ma soprattutto ad ispirarmi è stato il desiderio di scrivere qualcosa che potesse infondere coraggio e determinazione ai miei cugini, che ormai sono diventati grandi”.
Anche l’ambiente circostante e le letture del cuore hanno costituito per l’autrice dell’opera I racconti incantati una vera e propria fonte di ispirazione: “La mia opera è stata molto influenzata dall’ambiente in cui vivo, ma anche dalle mie esperienze di vita, che anche se sono piccolina non sono poche. Diverse letture mi hanno ispirato: Harry Potter e il calice di fuoco, Con Igulden la saga su Giulio Cesare, Zanna Bianca. La saga su Giulio Cesare l’ho amata molto perché rispecchia la mia passione per la storia, ma anche il percorso di studi che ho deciso di seguire all’università. Harry Potter e il calice di fuoco è solo il mio preferito della saga, ma adoro ogni racconto di questo maghetto. Le sue avventure hanno influenzato molto la mia infanzia, con mia sorella ed il mio migliore amico, ci divertivamo tantissimo a reinventare da capo ogni singolo libro e a creare una storia che fosse solo nostra. Che dire di Zanna Bianca, mio padre lo leggeva a me e a mia sorella ogni sera, insieme ad altri libri, ma Zanna Bianca e la sua triste storia mi sono sempre rimasti nel cuore, perché mi hanno permesso di comprendere come l’animo umano possa essere malvagio e buono allo stesso tempo”.
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