Intervista a Raffaele Abbate, autore de “Sistema binario -Storie di piccoli Italiani”
Raffaele Abbate ha frequentato “un Liceo Classico della provincia di Napoli al cui confronto l’orfanotrofio di David Copperfield è un asilo Montessori”. Ha frequentato l’università di Napoli a metà degli anni ‘60 ed è stato sfiorato dal ‘68. Dopo la laurea è entrato all’INPS, in pensione da maggio 2003. Da allora ha pubblicato 5 libri: I fetenti, La tana del Salmone, Canapa, Prodotti Difettosi e Sistema Binario.
Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.
Lungo i binari della ferrovia, che si incrociano, si allontanano, riportano a casa, scorrono le minime vite di due famiglie, i Lomonaco e i Liberatore, tra amori, gioie, dolori e violenza, nei momenti più tragici della grande Storia del Novecento: l’emigrazione, la I guerra mondiale, l’avvento del fascismo, la II guerra mondiale. Superando tutto questo vivendo.
Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?
Sono nato nella prima metà del secolo scorso in una piangente cittadina di provincia (Benevento). Ho ricevuto un’educazione libera (non giocare a pallone che sudi, non ti toccare che diventi cieco, non guardare quelle signore sul ciglio della strada che prendi le malattie). In questo ambiente di intolleranza nasce l’amore per la scrittura: per non impazzire e per evadere con la fantasia.
Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.
Circa due anni, ora che sono in pensione, ho molto tempo libero, ma sono cattivo con me stesso e con i miei scritti. Revisiono e correggo mille volte, anche la settimana prima che il mio editore mandi in stampa la bozza definitiva.
Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.
Risposta facile, è il mio idolo e modello: Umberto Eco, ho la barba come lui. Circa il mio libro, somiglia al film Novecento (parte I e parte II) di B. Bertolucci.
Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?
Tutto Paolo Conte.
Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.
In me convivono e si intrecciano due anime distinte, diverse. L’una eccentrica, dissacrante e disarmonica, l’altra armoniosa, pacata ed equilibrata.