Intervista a Dario Cirrincione, autore de “Figli dei boss – Vite in cerca di verità e riscatto”
Dario Cirrincione è nato a Palermo nel 1983. Giornalista professionista, ha iniziato questo mestiere a 17 anni lavorando al Giornale di Sicilia e Tgs. Ha collaborato con Il Sole 24 Ore, il Corriere della Sera, Italpress. Dal 2010 al 2018, ha lavorato per Sky Tg24, dove ha curato il coordinamento editoriale onair e online del Tg ed è stato inviato. Oggi lavora nelle media relations di Terna.
Parliamo subito del tuo ultimo libro, Figli dei boss – Vite in cerca di verità e riscatto. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.
L’Italia è il paese dei figli di. Molti dei giornalisti famosi sono figli di giornalisti, lo stesso dicasi per i medici, gli avvocati, i notai, i politici, ecc… E quindi mi sono domandato: “I figli dei boss seguono la regola?” Per fortuna non è così e ho raccolto e raccontato una decina di storie belle ed emozionanti di giovani che hanno scelto altre strade alternative
Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?
Sono giornalista da quando avevo 17 anni. Ho iniziato con alcuni amici in una tv di Palermo, facevamo un tg per ragazzi. Poi il “gioco” per alcuni di noi è diventato un mestiere che, purtroppo, oggi è sempre più difficile fare. I libri ancora sono un mezzo per poter scrivere e raccontare i fatti in maniera onesta e approfondita.
Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.
Da quando è nata l’idea alla diffusione sono passati quasi due anni. Tempo necessario non solo per scrivere, ma anche per stringere un rapporto di fiducia con le persone che ho intervistato, visto la delicatezza del tema. Ho lavorato e scritto ogni volta che ho potuto, rigorosamente nei giorni di ferie, scrivendo dappertutto: treni, aerei, in macchina aspettando qualcuno, a casa, in biblioteca…
Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.
Ho sempre amato lo stile di scrittura di Emanuela Audisio, giornalista di Repubblica. La tecnica giornalistica (approfondimento, ricerca documenti, analisi e interviste) invece, si ispira più alla tradizione anglosassone. Non saprei dirti, con sincerità, quale sia l’autore che vorrei essere. Però mi piacerebbe che un giorno qualcuno possa dire “vorrei scrivere come Cirrincione”.
Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?
La bellezza di questo libro è soprattutto legata alla modalità di lettura. Essendo un libro di storie non ha un inizio e una fine obbligata. Ognuno può iniziare da dove vuole, quindi direi che si può scegliere una canzone diversa per ogni storia. Posso dirti che mentre scrivevo, fumando un sigaro, ascoltavo spesso “Shine On You Crazy Diamond” dei Pink Floyd.
Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.
Datevi l’opportunità di scoprire una fetta importante del nostro Paese ascoltando la voce dei protagonisti.