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Intervista a Giovanni Lamura, autore de “Fuoco sul mondo”

fuoco sul mondo

Giovanni Lamura, nato a Bari nel 1997 e laureando, al momento della stesura dell’opera, in Scienze politiche. La passione per il Superuomo lo ha portato a strutturare l’Ideale dell’Ultimo Romantico fino ad ipotizzarne una possibile evoluzione, rappresentato dall’inedita figura del Novi Hominem. Scrittore per passione, artista dissidente nella vita.

Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.

Fuoco sul mondo è un saggio, denuncia sociale contro la società moderna, vista attraverso gli occhi di un Ultimo Romantico. Nel testo vengono toccate varie categorie di persone e concezioni, quindi si tratta l’amore, l’amicizia, il sistema scolastico, la nuova figura dell’intellettuale e tanti altri argomenti, il tutto argomentato con un ritmo calzante.

Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?

Sono G. Lamura, ho 21 anni e sono di Bari. Sono il fondatore di una rete social: “Ultimi Romantici – A way of life” e cerco, attraverso questa, di condividere la mia visione personale del superomismo di stampo nietzschiano e dannunziano. Il bisogno irrefrenabile di dire la mia mi ha portato a produrre diverse opere, tra cui questa a cui tengo particolarmente per vari motivi che vorrei raccontare.

Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.

Ho scritto il libro in poco tempo relativamente, mosso dal dolore dato dalla fine di una relazione importante. Per tutta la durata della stesura mi sono sempre sentito con un nodo allo stomaco, sentendomi mancare l’aria e questo traspare anche nel testo. La fine di questa relazione mi ha fatto evolvere e parlo di questa evoluzione presentando la nuovissima figura del Novi Hominem.

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Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.

Il mio amore per la letteratura è nata dai testi di Nietzsche e D’Annunzio, quindi nella scrittura non posso che sentire, o comunque aspirare, di assomigliargli. Nel testo ci sono molte analogie nello stile, nella ricerca del suono delle parole, nel modo in cui vengono trattati gli argomenti, ecc.

Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?

“Il mio canto libero” di Lucio Battisti. E’ la colonna sonora della mia vita e rispecchia tantissimo lo stato d’animo del saggio.

Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.

Gli Ultimi Romantici non vogliono che vivere un disperato amore in ogni aspetto della propria vita. Lì dove non si può, lì dove gli altri mollano.

Autore: redazione

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