Antonello D’Ajello: “Nel mio romanzo racconto il dolore, ma anche la speranza e il coraggio”
Nell’intervista che segue conosciamo Antonello D’Ajello, autore di Gallipoli (Le), che nel romanzo Come le rose a maggio, pubblicato nel 2016, racconta il calvario della malattia del figlio e quello che ha dovuto affrontare quotidianamente l’intera famiglia, donando al lettore molteplici spunti di riflessione, sulla vita, sull’amore, sulla speranza, sulla fede, con forza, coraggio e desiderio di trasmettere un messaggio positivo, affinché tutti possano vivere in modo più consapevole, “ridefinendo” il concetto di felicità.
“Come le rose a maggio – Una storia vera” narra un’esperienza difficile, dolorosa, toccante. E, al tempo stesso, mette in evidenza la forza della speranza e dell’amore. Come descriverebbe questo testo?
Ho scritto questo libro con il cuore, senza un appunto, riversando su ogni rigo, su ogni pagina, tutto il mio cuore e la mia anima. Ogni istante vissuto in quei tremendi giorni, è rimasto e rimarrà scalfito nella mia pelle come su di una roccia. Scritto nel mio cuore e nelle mie ossa. Un testo tremendamente duro e vero. Una specie di “Giallo-dramma” come lo hanno chiamato in tanti, ricco di colpi di scena e di emozioni.
I lettori hanno la possibilità di riflettere attraverso il suo lavoro letterario. Cosa le preme trasmettere? Quale messaggio?
Le riflessioni derivate dalla lettura del romanzo sono molteplici, sia nell’individuo stesso che nel sociale. Le diverse sfaccettature del romanzo, contraddistinguono un mio stile molto marcato nella lettura e portano il lettore stesso ad interpretare a modo suo determinate situazioni. Ricco di svariati personaggi, trasmette speranza prima di ogni cosa, forza e coraggio, anche nelle situazioni più avverse della vita.
Come nasce la sua passione per la scrittura? Che funzione ha avuto in un periodo così complicato?
Non avrei mai voluto scrivere questo libro, mai. Ho la passione per la poesia, ma è tutt’altra cosa. Volevo raccontarmi, esorcizzare il mio dolore attraverso le parole, attraverso emozioni trasmesse su delle pagine intrise di provvidenza e di dolore. Non è passione scrivere un libro che parla di sé e del suo dolore, è solo coraggio credo. Il coraggio di un uomo che soffre tanto e che vorrebbe che gli altri capissero di essere fortunati, anche se non lo sanno.
Nella storia (per l’appunto vera) raccontata ha un ruolo molto importante la fede. Quanto è stato complesso ritrovarla e riscoprirla nella lotta quotidiana contro le avversità della malattia di suo figlio?
La fede mi ha aiutato a non morire di dolore, a cercare aiuto ad un uomo speciale come Dio. Lo vedevo spesso e lo consideravo un Grande Uomo, che sa aiutare i piccoli uomini come me. Gli chiedevo aiuto ogni giorno, sperando di trovare in lui risposte, che ancora oggi non ho ricevuto, purtroppo. Intanto pregavo e piangevo, ma lo facevo per vivere e aiutare mio figlio, e lo faccio ancora oggi. Ho bisogno di salute per poter assolvere ai miei doveri giornalieri. Aiuto mio figlio e devo vivere per lui.
Quali passioni coltivate lei e suo figlio? Potrebbe nascere un romanzo a quattro mani o, comunque, c’è in vista qualche altra pubblicazione o progetto affine?
Mio figlio ha 21 anni ora. Finalmente ha la patente di guida speciale, dopo tante battaglie e impegni siamo riusciti a fargliela conseguire. Ha un’automobile tutta sua, frutto di tanto sacrificio. Il romanzo è stato un progetto interessante per la raccolta dei proventi per mio figlio, e con l’aiuto mio e di sua madre, oltre che del suo stesso, è riuscito a comprare la sua macchina preferita, è come se avesse le ali ora, spero non corra troppo, ho paura…Non scriveremo mai un libro insieme. Lui ha altri progetti credo, ma io ne sto scrivendo un altro. Si lega un po’ al primo, ma parladi altre cose, che sono la vita e l’infanzia di un tempo, povera e spensierata forse, con allacci delicati al presente ed a “Come le Rose a Maggio”.
Saluti i lettori di RecensioniLibri con una citazione tratta da “Come le rose a maggio” e/o con una frase o un aforisma che sente particolarmente suo nella vita di tutti i giorni.
Saluto cortesemente e con amore i lettori di RecensioniLibri, dicendo loro semplicemente questo: La vita va osservata con un occhio speciale e da angolazioni diverse. Non aspettate di soffrire per sentirvi meglio dopo. La felicità è solo un frammento di tempo limitato e breve. Carpitelo, tenetelo stretto e godetevelo anche se sembra banale, anche se sembra monotonia, perché è in quella monotonia che è racchiusa l’essenza degli attimi felici, della quotidianità che spesso ci annoia.