Attraverso | Sonny Zanon
La trama
Ben October decide di passare il fine settimana in una vecchia casa di montagna, di proprietà dei genitori, ma qualcosa di terribile accade: rimane intrappolato in una realtà alternativa, nella quale tutte le persone che ha incontrato al suo arrivo il giorno prima e i luoghi che ha visitato sono sostituiti da delle repliche. In un mondo dove manichini e marionette parlano e si muovono come esseri umani, Ben dovrà lottare per salvarsi dalla solitudine e dalla pazzia, senza sapere che il peggio deve ancora arrivare…
Attraverso di Sonny Zanon è un romanzo enigmatico, misterioso, inquietante. Un thriller psicologico ricco di suspense, con alcuni elementi horror, capace di sorprendere il lettore. L’Ambientazione? Originale, cupa, ideale per la storia narrata.
I temi presenti nell’opera protagonista della nostra presentazione sono:
- la pazzia, e per questo aspetto all’autore è venuto in aiuto Lovecraft, soprattutto nella parte finale e in riferimento alle situazioni in cui si inizia a non capire più cosa sia reale e cosa non lo sia.
- la solitudine, che porta a chiedersi “Come potrebbe comportarsi una persona in questa circostanza?”
- i pensieri che trasformano la realtà che hai davanti, nel bene e nel male.
Tematiche scelte dall’autore perché egli stesso ne è affascinato. E anche in virtù della loro presenza, Attraverso si pone come un testo adatto alle persone che non amano le cose banali, bensì apprezzano il mistero, le trame articolate dal punto di vista psicologico, e gli enigmi.
Zanon avvisa: “Man mano che si va avanti nella lettura i misteri aumentano, e forse ad un certo punto potresti perderti. Ma ti prometto, che all’interno del romanzo c’è una spiegazione per tutto!”
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L’autore
Sonny Zanon è sempre stato appassionato di thriller e di film dell’orrore, sin da piccolo, tant’è che la notte non voleva andare a dormire per paura di fare brutti sogni. Fino al giorno in cui il padre gli regalò un acchiappasogni da mettere sopra al letto.
Le sue passioni? Indovinelli, labirinti, rompicapi, e tutto ciò che ha bisogno di una seconda lettura per essere capito veramente. Ma anche le rime, il cinema, la lettura e la scrittura, ovviamente. A proposito di quest’ultima grande passione ci dice: “Alle elementari scrivevo nel senso che facevo dei piccoli libricini con 80% immagini, e qualche descrizione a lato. Ed era difficile che ne finissi veramente uno. Alle medie ero nel periodo filastrocche e poesie. Ho anche vinto il primo premio della scuola per una poesia che mi avevano obbligato a scrivere. Non mi aspettavo minimamente di vincere, tanto che durante le premiazioni stavo chiacchierando seduto su un tavolo in fondo all’aula magna. Alle superiori ho lasciato perdere completamente, ma ho sempre continuato a leggere. Finite le superiori avevo voglia di provarci, avevo tante idee in testa e volevo vedere cosa riuscivo a fare…”
Ma come è nato Attraverso? “Una sera prima di addormentarmi, ho deciso che avrei scritto un libro e ho pensato ad una trama generale – ci racconta – nella realtà di quella trama è rimasto veramente poco, ma mi è stato fondamentale come punto di partenza. Erano quattro uomini intrappolati in una sola stanza con quattro specchi. Aveva un bel cliffhanger finale, che non posso dire perché svelerebbe parte dei cliffhanger di questo libro. Non credo ci sia molto di autobiografico, e se c’è non ho fatto apposta. Anche perché, per mia fortuna, non mi è mai capitato di trovarmi in una situazione simile!”
Progetti futuri? “Continuare a gestire la mia pagina Facebook e il mio profilo Instagram su cui pubblico attivamente foto, video e contenuti relativi a quello che scrivo. Sto scrivendo un altro romanzo di cui sono già a buon punto. Lo posso sintetizzare con una domanda: E se i fantasmi, di cui nella storia dell’umanità se ne sente parlare da sempre, e qualcuno ogni tanto dice di poter vedere, esistessero sul serio, ma non fossero fantasmi? E non è un horror.”
Lo stile
In riferimento al suo stile, Sonny Zanon cita Stephen King “perché avendo letto tanti suoi romanzi, ne sono sicuramente influenzato. Nel mio romanzo quello che il protagonista pensa o percepisce è una parte fondamentale, come molti romanzi di Stephen King. Mi sono ispirato molto a Misery. Ma anche un po’ di Neil Gaiman, per le ambientazioni folli, e i personaggi stravaganti”.
Senz’altro King è l’autore che Zanon ha letto di più: “IT è forse il mio romanzo preferito per la capacità di approfondire i singoli personaggi. La scena di Georgie che cerca di prendere la barchetta… è qualcosa di fenomenale. Il dialogo tra il mostro e il bambino è così vivido che non può non mettere inquietudine – ci rivela – Hannibal Lecter, nei romanzi di Thomas Harris è un altro personaggio che adoro; quando parla lui, i dialoghi mi sembrano andare a rallentatore e do importanza ad ogni singola parola che dice. Parla l’essenziale.”
Un ulteriore libro che l’autore di Attraverso ha apprezzato molto è Il profumo di Suskind “per la capacità di farti stare dalla parte di un serial killer, e non vederci nulla di male. Perché il protagonista è solo un bambino che sta scoprendo il mondo, non ha la concezione né di giusto né di sbagliato.”
Tornando al testo oggetto della nostra presentazione, esso potrebbe essere “associato” ai romanzi Coraline di Neil Gaiman, per l’ambientazione cupa e il concetto di dualità, e Misery di Stephen King, per il modo di raccontare quello che succede e che pensa il protagonista, per molto tempo solo, in un ambiente ostile. Ma anche a un videogioco, da cui è poi stato tratto un libro, ossia Alan Wake, una produzione targata Remedy, più storia che gioco, dotata di una trama sorprendente che parla di oscurità, male e magia.
Ma l’ispirazione non è derivata soltanto dai libri letti nel corso degli anni, così come ci spiega il nostro autore: “Mi hanno ispirato più cose e scene, messe assieme. Ad esempio mi piaceva tanto l’idea di riprodurre qualcosa di simile alla scena di Io sono leggenda, quando va a noleggiare il film alla videoteca e fa finta di avere una conversazione, perché è solo. Questo concetto mi ha sempre affascinato, fino a che punto può spingerti la solitudine. Cosa faresti si ti trovassi da solo, o senza umani attorno, per lunghissimi periodi di tempo. Inizi a parlare con te stesso? Ti crei amici immaginari? Quello che volevo dal protagonista è che fosse una persona normalissima, senza qualità particolari, in modo che ognuno si potesse immedesimare e chiedersi: io cosa avrei fatto in quella situazione? Il cattivo invece, prende ispirazione nella sua personalità da un videogioco. Bioshock. Nello specifico Sander Cohen, un artista psicopatico e megalomane.”
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