Intervista a Maria Lucia Ferlisi, autrice de “Amara Libertà”
Maria Lucia Ferlisi, nata a Marsala in Sicilia, vive a Mantova dal 1973. Lavora nel comune di Mantova. Attenta osservatrice, guarda le persone, immagina le loro vite, sentimenti o segreti nascosti dietro ai gesti quotidiani. Pone particolare attenzione alle problematiche dell’universo femminile. Ha un blog: La lettrice di carta. Ha scritto due romanzi e vinto numerosi premi con i racconti brevi. In questa intervista ci parla del suo Amara Libertà.
Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.
Angela insegue il sogno di essere una donna libera, ma non è facile realizzarlo in una società chiusa e immobile come la Sicilia di metà ottocento. Sogna di diventare una grande sarta, in mezzo alla delicatezza ed al fruscio dei tessuti, ma il suo destino la vede chiusa in una casa con marito e figli. Nella sua vita entrano due uomini ed entrambi riusciranno a calpestare la sua identità di donna.
Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?
Prima di essere una scrittrice, mi considero una grande lettrice, amo leggere da sempre e non ho mai smesso. Ho iniziato a scrivere tardi, nell’età della maturità, ma solo perché avevo più tempo per la scrittura. Ho iniziato con piccoli racconti, partecipavo ai vari concorsi e vincevo. Questo mi ha rassicurata e dato fiducia per scrivere un romanzo. Sono giunta al mio secondo romanzo.
Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.
La notte quando il silenzio non è interrotto da voci e rumori, le storie acquistano forma, i personaggi si animano e mi abbandono alle immagini che rincorrono la mente. Al mattino quando figlia e marito vanno via, nel silenzio della mia piccola stanza, tra le pile di panni da stirare, piante, cani e coniglietto, nel quaderno e con la penna rigorosamente sottile, tramuto i sogni in parole…
Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.
Da sempre ho amato i veristi, la realtà raccontata per quello che è nella realtà, senza finzioni o edulcorazioni. Non so se sono all’altezza delle mie aspirazioni, di sicuro mi impegno molto. Storia di una capinera di G. Verga per me è un piccolo scrigno per una storia straordinaria. Non sempre è necessario scrivere trecento pagine, ne bastano poche per trasmettere emozioni al lettore.
Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?
Amo il silenzio sia quando scrivo o quando leggo. Ho la fortuna di vivere in un piccolo paese di 700 anime e la colonna sonora sono gli uccellini sugli alberi del mio giardino. Amo il rock e i cantautori, i Rolling Stone ed i Queen, Guccini e De Andrè, Maneskin e Giorgia…La musica è movimento, preferisco averla come colonna sonora in altri momenti.
Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.
Cari lettori e lettrici sono una donna che a sessant’anni ama ancora sognare. Nel mio cassetto non c’è un solo sogno, ma tanti che svolazzano con tanta voglia di volare in alto e voi lettori potete aiutarmi a realizzare quello della scrittura.