Quantica | Alex Kalatchoff
La trama
Un feroce omicidio costringe una ragazza a nascondersi in una città dove ogni respiro è sotto il controllo delle autorità.
In un centro di ricerca parigino si cerca di dare ai computer quantistici la facoltà di pensare e di prendere coscienza di sé.
Marc Lafitte Vaughn, un ricercatore a capo del suo laboratorio, è in procinto di portare a termine i suoi progetti scientifici quando un furto d’identità ai danni di una delle figlie sconvolge la sua esistenza, costringendolo a difendersi da un pugno di potenti che decidono del destino dell’intera umanità.
Si ritroverà braccato e costretto alla fuga, sorretto solo dalla costante presenza di una enigmatica figura femminile, avvincente e inquietante.
Nella cornice di un thriller ambientato in un prossimo futuro, l’autore disegna un mondo governato attraverso l’elettronica e la robotica, suddiviso tra individui utili o sopprimibili, in una società lacerata dalla crisi ambientale ed economica.
In tale contesto, attraverso una trama ricca di colpi di scena e una concatenazione di eventi apparentemente scollegati, Marc dovrà trovare il bandolo di una matassa complessa e fare una scelta, che rappresenterà forse l’ultima opportunità concessa all’uomo prima che a decidere del futuro di tutti siano solo le macchine intelligenti.
Quantica di Alex Kalatchoff, come messo in luce dalla sinossi, è un romanzo interessante, coinvolgente, avvincente, inquietante. Si tratta di un thriller tecnologico, sviluppato all’interno di una società futura, non privo di venature di stampo fantascientifico.
Il titolo del romanzo in questione la dice lunga, come ci rivela lo stesso autore: “Quantica è la dimensione nella quale vive e cresce Thaïs, la coprotagonista del romanzo. È la dimensione alla quale appartiene, nell’infinitamente piccolo, ben diversa dalla fisica ordinaria a noi familiare. È il luogo dove le particelle elementari interagiscono con la materia secondo regole fisiche proprie, che non sono quelle classiche e studiate a scuola. Parliamo di particelle come i fotoni, ossia la luce, che nel caso di questi computer quantistici trasportano informazioni e animano in qualche modo un’intelligenza artificiale. Quantica assume quindi nel libro un doppio significato: definisce il luogo dove avviene il processo che genera questo essere artificiale e rimane un semplice aggettivo per definire una creatura quantica, rappresentata nella figura di Thaïs in forma di ologramma, conscia delle proprie azioni, ma inorganica. Da qui è nato lo spunto per il titolo del libro”.
Quantica segue, senza dubbio, il filone del genere tecno-thriller lanciato da Michael Crichton. Il nostro autore, chiamato ad accostare la sua opera ad altre celebri, cita Next di Crichton, Io robot di Isaac Asimov e l’ultimo di Dan Brown, Origin.
Il testo protagonista della nostra presentazione ben si rivolge ai lettori che amano i thriller, i misteri, i complotti, e a tutti coloro che manifestano interesse verso la robotica, la bioingegneria e le conseguenze dello sviluppo dell’intelligenza artificiale.
Quantica si presenta, fin dall’inizio, come uno scrigno ricco di nozioni. Da qui il suo valore istruttivo e l’andamento avvincente, sino all’ultima pagina, nonché il suo carattere “unico” e innovativo.
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QUI il sito dedicato al romanzo.
L’autore
Alex Kalatchoff è un autore e giornalista svizzero, che vive in Ticino. Ha lavorato alla RAI – Radiotelevisione Italiana nei suoi anni giovanili e dal 1990 stabilmente per la Radio Svizzera di lingua italiana.
Esperto musicale, ha esercitato la sua professione come produttore e inviato per la RSI. I suoi interessi e l’esperienza maturata anche nel trattare argomenti scientifici, o di carattere sociale e ambientale, lo hanno portato a dedicarsi, con impegno ed entusiasmo, alla stesura di Quantica.
Per l’autore le idee e i progetti futuri sono tanti, ma in primis ha intenzione di dedicarsi alla realizzazione del seguito di Quantica, proseguendo sulla strada del tema dell’ibridazione uomo-macchina.
Quando nasce l’amore per la scrittura in Alex Kalatchoff? Ce lo racconta lui stesso: “Nasce intorno ai vent’anni, quando mi avvicinai alla grande letteratura internazionale. Aspiravo a diventare un giornalista, una professione che dopo gli anni passati alla Rai e nel settore pubblicitario, è stata per me quella definitiva. In quel periodo avevo iniziato una collaborazione anche con il settimanale La fiera letteraria e un amico mi incoraggiò a scrivere. Iniziai così con dei racconti e con la stesura di un primo romanzo, ma nulla vide la luce. Ero immaturo, avevo ancora molto da imparare. Avrei potuto riprendere più avanti, ma il mio lavoro presso la Radiotelevisione svizzera mi ha sempre impegnato molto, e la scrittura di un libro, se fatta seriamente, richiede una completa immersione nella vicenda che vuoi raccontare. In una parola, va vissuta, scritta con il cuore e non ammette distrazioni”.
Con Quantica il nostro autore ha raggiunto il suo obiettivo, coniugando più passioni e interessi, ossia scienza, ambiente, tecnologia, comunicazione e scrittura. Altro non è che il risultato di un lavoro accurato di ricerca, vissuto intensamente, e dedicato ai suoi due figli, nonché a tutti i lettori curiosi di saperne di più sui progressi compiuti dalla scienza e su come questi stiano incidendo sulla società odierna.
“Da anni desideravo scrivere un romanzo con al centro il tema dell’intelligenza artificiale e le tante nuove tecnologie di cui al momento sentiamo appena mormorare, che rivoluzioneranno il mondo nel prossimo futuro – ci confida – volevo anticipare i lati positivi e negativi di queste applicazioni nel nostro quotidiano, per indurre a una riflessione su quanto ci aspetta, nonché sui cambiamenti climatici che influenzeranno inevitabilmente la politica e l’economia. Non volendo scrivere un saggio, la formula ideale era quella di un thriller tecnologico che parlasse dello sviluppo dei futuri computer, di nanotecnologie, della robotica e di ingegneria genetica, con tutte le implicazioni e i quesiti etici che tali progressi pongono alla nostra società. E di datarlo al 2037, anno scelto per via di un prevedibile stravolgimento sociale che avverrà nel mondo, dovuto anche alla massiccia diffusione della robotica. Il tutto però descritto in modo leggero, fluido, senza tediare il lettore con dettagli tecnici di difficile comprensione”.
Lo stile
“Sta alla critica letteraria definire lo stile di un autore, non allo scrittore. Credo inoltre che sia una questione soggettiva: ci sarà chi mi accosterà a un dato autore, chi a un altro. Come ho già detto prima, per questo genere letterario, commerciale, Crichton resta sempre un maestro. Se poi mi abbia in qualche modo influenzato o meno non saprei dirlo. Sono passati troppi anni da quando ho letto i suoi libri…” questo il pensiero di Alex Kalatchoff in riferimento al proprio stile letterario che, nel romanzo Quantica, non si lega a nulla di particolarmente autobiografico, dal momento che, fatta eccezione per alcuni personaggi somiglianti a persone conosciute nella realtà, non ci sono rimandi al quotidiano dell’autore, soprattutto perché la trama si svolge nel futuro.
Per quanto concerne la nascita e lo sviluppo del testo, Kalatchoff precisa: “Riguardo alla genesi del libro, più che di ispirazione parlerei di una necessità. Sono le circostanze e la società in cui viviamo, sempre più superficiale e disinformata, ormai schiava dei social media e del telefonino, ad avermi spinto verso una riflessione sul futuro dei nostri figli e nipoti. E la sensazione che ho colto è che siamo sull’orlo di un baratro. Oggi la democrazia è seriamente a rischio e ogni anno il divario tra ricchi e poveri aumenta vistosamente. La ricchezza dell’1% della popolazione supera quello del restante 99%. E c’è un boom di miliardari il cui patrimonio ha registrato nel 2017 il maggior incremento di sempre, pari al 19%, raggiungendo gli 8.900 miliardi di dollari suddiviso tra 2.158 persone (dati UBS, ottobre 2018). Ebbene, trovo questo non solo scandaloso ma estremamente pericoloso. Questa è gente che non solo accumula ricchezza, ma influenza la politica planetaria presente e futura per trarne solo profitto personale. È il golpe silenzioso di cui parlava Noam Chomsky già a metà degli anni ’90, riferendosi alla globalizzazione.
Nelle pagine del thriller, comunque, cerco anche di aprire una finestra positiva sul futuro, carica di speranza, perché le macchine e le intelligenze artificiali che le guideranno non saranno né buone né cattive e potranno risolvere molti dei problemi che affliggeranno l’umanità. Saranno ancora gli uomini a decidere quale utilizzo vorranno farne, guidati magari dalla buona coscienza dei computer, la cui intelligenza inevitabilmente supererà quella degli esseri umani.”
Tra gli scrittori che, in qualche modo, hanno influenzato la passione per la scrittura e soprattutto il percorso da lettore dell’autore di Quantica, troviamo principalmente Fëdor Dostoevskij, che ha avuto il merito di aprirgli la mente attraverso le sue pagine moderne e universali, ancora oggi. Ma è stato “plasmato” anche da Pirandello, dal filosofo e matematico Bertand Russel e dal padre della psicoanalisi Sigmund Freud. Tutte grandi personalità che hanno lasciato delle tracce indelebili nella formazione di Alex Kalatchoff.
“È tuttavia ingiusto citarne solo alcuni: ognuno dei tanti altri che ho amato mi hanno dato sempre qualcosa che si è sommato con quanto avevo già appreso – ci tiene a precisare – ora le mie letture preferite sono i libri e le riviste scientifiche, firmati da autori spesso sconosciuti al grande pubblico, ma molto noti in ambito universitario. Comunque non disdegno neppure i romanzi di Dan Brown, James Rollins, o di autori come Giorgio Faletti, purtroppo scomparso prematuramente, al quale guardavo con curiosità professionale”.
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