Intervista a Fernando Rennis, autore de “Politics”
Laureato in Lingue e Letterature Moderne con la tesi These Are My Twisted Words: le influenze di T.S. Eliot nell’arte dei Radiohead, Fernando Rennis suona, scrive dal 2009 per testate musicali cartacee e online, è membro della International Association for the Study of Popular Music (Iaspm) e dal 2016 conduce il programma radiofonico This Is Pop?
Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.
“Politics – la musica angloamericana nell’era di Trump e della Brexit” prova ad analizzare la connessione tra gli accadimenti storici che stiamo vivendo da vicino e un’intensa e variegata produzione musicale che accomuna le due sponde dell’oceano Atlantico.
Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?
Scrivo di musica da quasi dieci anni, sia per testate online che cartacee. Tutto questo mi ha portato a fare una tesi universitaria sulle influenze di T.S. Eliot sui Radiohead e, l’anno scorso, a debuttare come scrittore, col mio primo libro: “Scream & Shout“, una monografia sulla band canadese Arcade Fire.
Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.
Mi piace dire che “Politics” è un libro pensato in inverno, scritto in primavera, ultimato in estate e uscito in autunno. Tutto questo per dire che il processo di scrittura, data la mole di artisti e l’analisi socio-politica, è stato lungo ed entusiasmante. In questi mesi ho avuto la fortuna di poter parlare con molte persone autorevoli che mi hanno aiutato a sbrogliare i tanti nodi concettuali.
Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.
Sicuramente Simon Reynolds ha avuto un’influenza fondamentale, il suo aiuto in “Politics” è stato infatti fondamentale e determinante. Mi ha anche fatto scoprire il compianto Mark Fisher, un altro modello di riferimento importante. La loro capacità analitica, la profondità e la loro destrezza nello scrivere in maniera fluida e chiara sono i miei obiettivi e spero un giorno di raggiungerli!
Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?
Quella racchiusa nella playlist di Spotify del libro, consultabile a questo link http://spoti.fi/2mgiM7K, che raccoglie gran parte dei brani citati in “Politics”.
Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.
Grazie a tutti quelli che leggeranno “Politics”! Spero che faccia riflettere ed emozionare, come mi è capitato nel scriverlo.