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Intervista a Maria Fazio, autrice de “Il SenzaVoce”

Il SEnzaVoce

Maria Fazio nasce in Sicilia, in un paese ai piedi dell’Etna, dove trascorre l’infanzia a contatto con la natura. Scrive sin da ragazzina perché afferma che è il miglior modo per tirar fuori dalla testa tutte le storie che ci sono dentro. È laureata in scienze politiche, a indirizzo sociologo. Da due anni gestisce il blog finestrasulmondo.net in cui scrive a proposito di libri, di creatività e di benessere. In questa intervista ci parla del suo Il SenzaVoce

Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.

È un romanzo fantasy il cui protagonista è un ragazzino orfano che non parla ma è molto sveglio. Si trova per caso a salvare la vita del principe e così intraprende un pericoloso viaggio insieme a lui e ad altri due giovani cavalieri. Fra tante avventure il ragazzo e i cavalieri diventano amici, e il lettore scopre che il silenzio è dono che consente al SenzaVoce di passare inosservato.

Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?

La scrittura mi accompagna da sempre. Ho cominciato a dieci anni quando leggevo le poesie che insegnavano a scuola. Mi sembravano così belle che ho deciso di scriverne una, e non ho più smesso. A quattordici anni il primo racconto. I racconti mi hanno appassionato sempre più e a diciassette ho provato a scrivere il mio primo romanzo. Credo che sia ancora conservato nel fondo di qualche cassetto.

Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.

La prima stesura del SenzaVoce risale a circa quindici anni fa e l’ho ripreso più volte in tempi diversi, in base al mio umore. Ogni volta mi ci sono tuffata dentro divertendomi un mondo. Mi immaginavo le scene buffe del protagonista che colloquiava tramite gesti, che saltellava come un grillo, che si preoccupava di riempire lo stomaco, e che svelava il mistero della propria identità poco a poco.

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Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.

Sai che non ci ho mai pensato. Ho letto proprio qualche settimana fa “Il sentiero dei nidi di ragno” di Italo Calvino e le prime pagine del libro mi hanno ricordato il SenzaVoce. Ti direi che aspiro a somigliare a lui, a Calvino, per la sua unicità narrativa, per la sua capacità di uscire fuori dagli schemi, e per la sua voglia di narrare con un sorriso, pur trattando argomenti seri.

Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?

Sceglierei come strumento musicale uno zufolo, che suoni una melodia celtica, una colonna sonora che sia una melodia vivace ma soffusa, che mi ricordi gli scherzi dei folletti nascosti fra il fogliame verde di boschi intricati.

Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.

Ah, ah! Confesso che non sono brava con i tweet. Ci provo. Leggete! Leggete storie per entrare in mondi nuovi, per vedere un cielo nuovo, per immaginare oltre e per vivere dentro la vita di mille personaggi.

Autore: redazione

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