Intervista a Maria Lucia Caparelli, autrice de “Come una libellula”
L’autrice Maria Caparelli, nata a Cosenza, si è laureata in biologia. Ama scrivere da sempre, sopratutto romanzi, ma il primo libro che ha deciso di pubblicare è una raccolta di poesie dal titolo “Come una libellula“.
Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.
Si tratta di una raccolta di poesie. Semplici e brevi. Spaziano dall’amore alla libertà, alla famiglia. Il filo conduttore di tutte le poesie è la speranza. Molti amano la farfalla eppure anche la libellula è stupenda. Vive da bruco per quasi tutta la vita per trasformarsi in una libellula solo per un giorno. Eppure per me simboleggia la libertà, quella che cerco e che ho cercato di esprimere.
Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?
Scrivo da sempre. Il mio primo romanzo l’ho scritto a 14 anni. Allora mi dissero che non avrei mai pubblicato, ho chiuso il sogno nel cassetto. Poi dopo tanti anni ho ripreso fino ad arrivare a pubblicare il primo libro conservando il sogno di pubblicare un romanzo. La scrittura mi salva, è un viaggio dell’anima, un tuffo nei sogni. La scrittura è vita. La scrittura mi ruba l’anima.
Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.
Un giorno leggendo sui social di vari autori, ho deciso di aprire un blog e poi la pagina Facebook. Là ho iniziato a scrivere le mie poesie, giorno dopo giorno. Dopo sei mesi mi sono decisa a pubblicare la prima raccolta. Una scelta difficile. La poesia è un genere particolare. Le scrivo nei momenti più malinconici.
Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.
La mia autrice preferita è Jane Austen. Pensando alle poesie a nessuno. È impossibile avvicinarmi ai grandi poeti del passato come Ungaretti, Quasimodo. Non mi sento una poetessa ma una romanziera.
Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?
Consiglierei “Dove resto solo io” della Pausini e “Amami” di Emma.
Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.
“Non si può volare con un’ala sola per farlo ne servono due”. Inseguite sempre i vostri sogni. Ribellatevi alla vita, non accettare passivamente ciò che vi capita. Imparate a volare conquistando le vostre ali.