Intervista a Luca Torino, autore de “Rick”
Luca Torino, nato a Roma nel 1980, si laurea in Scienze della Comunicazione nel 2004, discutendo la tesi in Criminologia. Unisce la passione per la scrittura, avendo fatto il giornalista, con quella per il genere horror, dando vita a Rick, il primo di una trilogia ambientata in Canada.
Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.
Rick fa parte di una trilogia thriller/horror ambientata in Canada. La storia parla di un autore horror, Malcom, che ha la sfortunata idea di comprare la villa dove due anni prima una famiglia è stata massacrata. Malcom da quel momento inizia ad avere incubi che lo portano a credere di essere l’assassino di una nuova catena di omicidi.
Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?
Sono cresciuto in una famiglia che ama leggere e la passione mi è venuta immergendomi nelle opere di Stephen King e Araki. Spinto da moltissime idee che mi frullavano nella mente, ho iniziato a scrivere, cercando non di emulare questi due autori, ma di dar vita a qualcosa di diverso dove ogni tassello va a completare il precedente ed il passato ricopre un ruolo fondamentale per risolvere il caso.
Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.
Rick l’ho finito di scrivere nel 2000. Poi è rimasto la bellezza di 18 anni in un cassetto. Non era ancora meritevole di essere pubblicato. L’ho ripreso in mano con un occhio diverso, più adulto e l’ho modificato in moltissimi punti. L’atmosfera è decisamente quella di un viaggio all’interno della follia e della disperazione di un uomo che vede andare in frantumi ogni cosa che ha ottenuto.
Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.
Stephen King nel dettaglio delle scene macabre, nel giocare con le paure dell’uomo. Hirohiko Araki con il suo stile bizzarro in cui ogni cosa che appare è diversa da quella che effettivamente è.
Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?
Sweet Dreams di Marilyn Manson.
Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.
Se ti va di farti trasportare in un viaggio all’interno della follia di un uomo, in una città piovosa, in una scuola sinistra, in un incubo ricorrente e in un crescendo di terrore, dai un’occhiata al mio ‘Rick’, penso ti piacerà.