Intervista ad Antonello Altamura, autore de “Il codice Hitch”
Antonello Altamura si è laureato a Padova in psicologia con tesi su Hitchcock e imago materna.Il suo primo libro è stato Hitchcock e quei bravi ragazzi di Hollywood. Specializzato in psicoterapia, vive tra Torino e Roma. Appassionato di misteri, è anche creatore di progetti anti emarginazione. É articolista per diversi spazi di press-web. Attualmente sta scrivendo un thriller ambientato a Roma. In questa intervista ci parla del suo Il codice Hitch.
Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.
Il testo parte dalla poetica di Alfred Hitchcock, leggendario regista di Hollywood, i suoi film , le sue storie, i suoi protagonisti e i suoi omicidi per arrivare a dipanare la tematica dell’omicidio seriale. Il testo è un vademecum di criminologia su varie tipologie di omicidi, di trappole, di manipolazioni mentali, facendo delle meravigliose opere del Maestro un elemento esemplificativo.
Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?
Nasce dalla lettura fin da piccolo, è stata la mia finestra sul mondo insieme al cinema. Son state delle mie vite alternative le letture e i film che mi hanno formato. Hitchcock, Fellini, Moravia o Kundera mi hanno insegnato più a volte delle persone.
Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.
Fa parte di un grosso studio su Hitchcock che è durato una vita, fatti inediti, segreti, materiale storico sulla sua passione per l’omicidio e l’arte.
Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.
Credo di aver creato un libro che piano piano apre delle porte sempre più inquietanti, forse un’ indagine alla Saviano sulla psicologia della menti più fredde e feroci.
Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?
Chopin o i Pretenders.
Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.
A volte capire dei lati d’ombre dell’animo umano ci può far accettare la mostruosità di alcune persone e ci può proteggere da cattivi incontri. Da sempre l’arte di alcuni Maestri parla della crudeltà e della ferocia umana.