Intervista a Giuseppe Orrù, autore de “Ragazza con fiore di ibiscus”
“Sono un insegnante in pensione, piuttosto anziano e burbero. Non voglio saperne di inglese e di termini della tecnologia (a loro volta inglesi), anche se i miei figli ne sanno più del diavolo di queste cose” si presenta così Giuseppe Orrù, autore de Ragazza con fiore di ibiscus.
Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.
Una ragazza è innamorata del suo professore, che scopre a un tratto che pure lui la ama. Lui dipinge “Ragazza con fiore di ibiscus”. Lei si ammala, sta per morire, e lui per darle la forza per vivere lascia la sua famiglia. Lei si salva. Si fidanzano, ma poi lei lo lascia per un coetaneo. Il professore esce di testa… diventa clochard e scappa a Parigi…Lei, pentita, lo ricerca… Un incidente…
Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?
Nasce leggendo un giallo: ero indispettito per notizie insensate fuorvianti: voglio scriverne uno io. Un lettore deve essere in grado di seguire una storia, se non riesce a cogliere gli aspetti base son cavoli suoi ma io devo darglieli. Solo in seguito son passato al romanzo storico, il mio amore. Cinque romanzi pubblicati.
Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.
29 anni, e ogni anno era soggetto a periodiche rivisitazioni e a nuovi affinamenti, ma nel frattempo continuavo a scrivere altro: romanzi storici e gialli… Io ho comprato il dipinto “Ragazza con fiore di ibiscus” e gli ho inventato una storia.
Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.
A Ken Follett (ma a quello della trilogia dedicata al novecento: La caduta dei giganti, L’inverno nel mondo e I giorni dell’eternità). Apprezzabili ma con alcune ingenuità i precedenti; scarso forse perché mal tradotto “La colonna di fuoco” anche se pur esso apprezzabile. Ho fatto qualcosa di simile anch’io: un mega romanzo in 6 volumi sulla storia di Francia da U. Capeto al 1789.
Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?
Un valzer “stile Parigi” suonato con la fisarmonica.
Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.
Dovete aspettare che muoia per giudicarmi appropriatamente, ma se mi giudicate sin da adesso non mi dispiace.