Intervista a Giuliano Di Benedetti, autore de “La Via di Dante”
Giuliano Di Benedetti è architetto, ideatore di progetti all’avanguardia che l’hanno portato a fare ricerche storiche sul territorio in cui vive, uno dei più importanti per la storia dell’Umanità: i Colli Albani. Come Tecnico ha ideato opere come Il Parco del Ramo d’Oro, Il Nuovo centro di Genzano, con Torre Cynthia e ARTIGIANARTE. Ha recentemente scoperto la terza nave romana del lago di Nemi, un evento epocale. In questa intervista ci parla del suo La Via di Dante.
Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.
La Via di Dante, un saggio sul vero significato della Divina Commedia di Dante, illustra non solo i motivi che inducono il Vate ad intraprendere il percorso nell’altro mondo, ma rivela i luoghi che hanno ispirato quelli cantati nei suoi versi. In realtà, in sette secoli i commentatori non hanno capito il vero significato di un’opera descritta da tutti come “sacra”, mentre era la più eretica.
Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?
Sono un architetto che, per aver ideato il PARCO DEL RAMO D’ORO ormai tantissimi anni fa, mi sono ritrovato a studiare e scoprire la storia più antica dei Colli Albani e a scrivere opere relative alle scoperte fatte. I titoli dei miei libri: Dalla Pentima del Piccione (storia del nemus-selva oscura); La Via di Dante; Le 3 Navi Antiche del lago di Nemi; …e fecero Gesù a immagine di Romolo.
Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.
La Via di Dante ha richiesto alcuni anni di ricerca che si incrociava con lo studio dei miti più antichi del Vulcano Laziale e del nemus in particolare. Al centro della valle del lago dominava il bosco l’Albero del Ramo d’Oro che ha ispirato sia il pittore inglese W. Turner, sia l’antropologo J. Frazer per le loro opere entrambe intitolate “Il ramo d’oro”, che rimanda ai primordi dell’Umanità.
Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.
Purtroppo a nessuno. Io scrivo così e spesso mi capita di rivelare i segreti da me scoperti come si fa nei romanzi gialli: la verità è proprio alla fine della storia che sto raccontando, anche se il libro è un saggio.
Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?
Non saprei. Quando ho bisogno di collocare musiche nelle mie interviste, incarico mio figlio di scegliere quelle che ritiene più adatte. E’ un musicista e spesso quelle colonne sonore sono sue musiche che mettono in grande evidenza gli argomenti che io sto raccontando. A ciascuno il suo -unicuique suum- dicevano i Latini.
Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.
Lettori, la verità spesso è nascosta tra le righe di testi ritenuti chiari e noti, ma non sempre è così. Ricercate la verità nascosta e se qualcuno ve ne racconta un’altra, controllate le prove che porta a sostegno: se sono complicate, rifiutatele.