Intervista a Giuseppe Di Battista, autore de “L’era dei talenti”
Joe Diba (Giuseppe Di Battista) ha scritto Blackout con cui giunge in finale a Casa Sanremo Writers nel 2014. Ha pubblicato L’alba di un giorno nuovo” con La Feltrinelli, “Bestseller, cronaca di una vendetta”, scritto a dieci mani e “L’era dei talenti”, con Edizioni Il Viandante, finalista al premio Yume 2016. Un suo racconto noir, “Il triangolo spezzato” è stato selezionato nell’antologia Racconti dal Piemonte 2018. In questa intervista ci parla proprio dell’opera L’era dei talenti.
Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.
Il romanzo è un mistery e il secondo di una trilogia. Giacomo è un giornalista che lavora in un’emittente locale di Torino. Partecipando a una trasmissione sul mistero nella rete nazionale, viene invitato dalla conduttrice ad un festival del talento. Con lui, si uniscono alla troupe, i suoi tre amici: Simone, Giulio e David. Nel frattempo, al festival, giungono una serie di personaggi bizzarri.
Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?
Il piacere di scrivere nasce intorno agli anni novanta, quasi per caso e dettata dalla mia voglia di narrare. Ho fatto tanta cosiddetta “gavetta”, tra diverse delusioni e dispiaceri, ma ripagato dal tempo e dall’esperienza accumulata.
Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.
I miei romanzi e racconti escono quasi di getto e non hanno una lunghissima incubazione. Dall’idea iniziale al termine del romanzo, se il mio lavoro e impegni familiari me lo permettono, non passano più di tre mesi.
Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.
Rispondo citando un mio amico scrittore che ha sempre detto, che il mio stile ricorda molto Scerbanenco, facendo le dovute proporzioni e senza essere irriverenti nei confronti di un grande autore.
Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?
Io amo Mission del maestro Ennio Morricone e sceglierei questa colonna sonora.
Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.
Ho sempre cercato di scrivere qualcosa che faccia pensare. Se un lettore finendo di leggere un mio romanzo si pone delle domande, abbia voglia di chiedermi qualcosa o di parlarne con qualcuno, ho raggiunto il mio scopo.