Intervista ad Andrea Marzola, autore de “Ossessioni”
Andrea Marzola nasce nel 1974 a Luino sulla sponda lombarda del lago Maggiore. Quando è ancora in tenera età la sua famiglia si trasferisce a Baveno, sulla sponda piemontese. Non completa gli studi universitari, viaggia molto, si stabilisce anche per brevi periodi in Inghilterra e in Irlanda, per poi fare ritorno a Baveno dove tuttora risiede. Attualmente impegnato nella stesura del suo 2° libro, in questa intervista ci parla della sua raccolta Ossessioni.
Parliamo subito del tuo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.
“Ossessioni” è una raccolta di quindici racconti. Il primo è intitolato “La roulotte” ed è il lavoro più esteso, è infatti diviso in tre parti. Il secondo e il terzo sono testi brevi che richiamano il teatro dell’assurdo, mentre i restanti dodici brani, consistono nel rendiconto impersonale e privo di qualsiasi schema narrativo, di colloqui tra due interlocutori non caratterizzati.
Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?
Sento l’esigenza di creare, forse in quanto essere umano solo per spirito di emulazione. Il mio modo di creare è scrivere, scrivo per condividere semplicemente la mia umanità. Ho dovuto intraprendere e concludere un percorso prima di raggiungere un sufficiente grado di consapevolezza, ho percorso una via che passa dallo studio, dal viaggiare molto, dal conoscere persone e luoghi, me stesso.
Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.
Il libro non è voluminoso, la raccolta infatti conta solo quindici racconti. I vari testi sono stati scritti in periodi diversi, quindi non è semplice indicare quanto tempo effettivamente ho impiegato nella stesura. Io sono una persona comune e con ciò intendo un uomo che lavora e svolge tutte le mansioni proprie di una vita di tutti i giorni. Scrivo quando riesco a rubare tempo alla mia vita.
Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.
Più di un lettore leggendo il mio libro, mi ha rivelato di aver fatto paragoni, con tutti i riguardi del caso, con i racconti di Kafka. Per me questo è indubbiamente stato un onore. Essendo sempre stato uno stimatore di Kafka, questi accostamenti, seppur immeritati, mi hanno semplicemente commosso.
Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?
Consiglierei di ascoltare la musica dei Pink Floyd.
Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.
Kierkegaard definì l’angoscia: ”Lo stato perpetuo di inquietudine umana che deriva dalla tensione irrisolvibile tra essere e nulla, tra finito e infinito.” Questa tensione a volte genera un’ossessione per qualcosa di importante o di stupido.