Intervista a Robert Cheaib, autore de "Il nascondiglio della gioia. Parabole sul mestiere di vivere" Intervista a Robert Cheaib, autore de "Il nascondiglio della gioia. Parabole sul mestiere di vivere"

Intervista a Robert Cheaib, autore de “Il nascondiglio della gioia. Parabole sul mestiere di vivere”

Il nascondiglio della gioia

Robert Cheaib è scrittore, docente universitario e conferenziere. Di origini libanesi, naturalizzato italiano. Autore di otto libri su varie tematiche tra cui due sulla vita di coppia (Il gioco dell’amore; l’ABC dell’amore). Gestisce un canale Youtube e il sito web: www.theologhia.com. Ama la fotografia, le lunghe camminate e le frasi brevi. In questa intervista ci parla del suo Il nascondiglio della gioia. Parabole sul mestiere di vivere.

Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.

Il libro presenta sette pilastri per l’arte di vivere a cominciare dall’arte del cercare, del riconoscere, del desiderare, del cadere (perché bisogna anche saper cadere nella vita) e del risorgere… perché cadere non deve essere l’ultima parola… il libro si colloca nel genere del self-help di ispirazione cristiana e offre le intuizioni dialogando con 15 parabole adatte anche per i giovani.

Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?

Sono un docente universitario, ma amo scrivere anche libri che dialogano con le domande delle coppie, dei giovani e della ricerca quotidiana di senso in un linguaggio semplice che aiuta a trovare le proprie domande per cercare meglio le proprie risposte. La passione per la scrittura nasce dal superamento di un pregiudizio che avevo su me stesso e che mi diceva: “Non sai scrivere. Non ami scrivere”.

Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.

Questo libro è nato in risposta alla richiesta di mio figlio di 8 anni che mi chiese: “Papà, quando scrivi un libro per me”. Il tempo di stesura vero e proprio è stato breve… ma l’incubazione dell’idea del libro è durata circa due anni. Ho scritto in diverse situazioni: in treno, in aereo, nel mio studio, appuntando idee e intuizioni mentre camminavo per strada o mentre ero schiacciato in metrò.

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Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.

Provenendo dalla stessa nazione, direi che un autore il cui stile mi ispira molto (e, perché no, al quale aspiro!) è Khalil Gibran… e mi viene da ridere perché il suo nome è spesso storpiato come capita con il mio… quindi ho buone speranze 🙂

Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?

Una canzone non molto nota, ma che crea un’atmosfera simile a quella che il libro crea dentro di me: “To build a home” di Cinematic Orchestra.

Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.

Cadere? Alcuni lo considerano fallimento, tu consideralo apprendimento. Le ferite? Alcuni le considerano lesioni, tu prendile come lezioni.

Autore: Redazione

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