Intervista a Daniela Toti, autrice de “Home – In viaggio con un’africana bianca attraverso più di un secolo di storia”
Daniela Toti è nata in Asmara nel 1951, discendente di terza generazione da coloniali italiani stabilitisi in Eritrea sin dalla fine del 1800. Cresciuta in Eritrea, con un intervallo di un anno nella Rhodesia del Nord (oggi Zimbabwe), ha abitato in Etiopia, in Arabia Saudita, in Liberia ed è in Italia pressoché residente dal 1990. Ora scrive a tempo pieno in una cittadina del trevigiano. In questa intervista ci parla del suo Home – In viaggio con un’africana bianca attraverso più di un secolo di storia.
Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.
L’ho intitolato “Home” perché le 16 case che ho abitato in Eritrea, Rhodesia/Zimbabwe, Etiopia, Italia, Liberia, Arabia Saudita e Gambia punteggiano il percorso del mio racconto. Avrei potuto intitolarlo “Resilienza”, perché è anche un trattato di come ci si può adattare a situazioni complicate e contrarie mantenendo una positiva visione della vita.
Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?
Ho 66 anni e sin da quando ero un’adolescente ho sempre sognato di scrivere anch’io un libro come quei meravigliosi libri che leggevo con tanta passione. Poi con il tempo che la pensione mi ha regalato, ho tirato fuori dal cassetto gli appunti scritti durante il corso della mia avventurosa vita è… l’ho scritto!
Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.
Gli appunti erano lì che si accumulavano da più di 25 anni, lo “scheletro” c’era e in due anni l’ho completato con i dettagli. Poi c’è stata la correzione. L’ho letto e riletto cento, duecento, trecento volte? E limavo, aggiustavo… ma credo che questo sia comune a tutti coloro che si sono cimentati in questa bellissima avventura dello scrivere.
Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.
La grande Karen Blixen… l’ammiro moltissimo. Anch’io, come lei, ho amato (e amo) “la mia Africa”, per cui ho sempre condiviso l’emozione di ogni rigo che ha così magistralmente scritto. “Io conosco il tuo canto, Africa… ma tu Africa conosci il mio?”
Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?
“Baby Elephant Walk” di Henry Mancini.
Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.
Home parla di me, della mia vita e credo possa comunicarvi le emozioni di cui l’ho nutrito, i suoi profumi, i suoi sapori. Di una cosa sono sicura: è un libro onesto. Grazie.