Intervista ad Aldo Nocchiero, autore de “Il Cercatore di Nuvole”
Aldo Nocchiero è nato a Comiso. Laureato in Medicina e Chirurgia, specializzato in Neurologia, ha studiato sassofono e improvvisazione Jazz. Ha lavorato come psichiatra. Attualmente è neurologo ospedaliero. In questa intervista ci parla del suo Il Cercatore di Nuvole.
Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.
Non mi piace irreggimentare il mio libro in un genere letterario ben preciso. Si tratta di un romanzo in cui sono espressi sentimenti ed emozioni forti, e in cui l’Amicizia e la Musica sono elementi trainanti. E’ la storia della guarigione dalla psicosi attraverso la metamorfosi del modo di suonare di un sassofonista, guidato dal suo antitetico ed eterno Amico.
Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?
Quando smisi di suonare per motivi di lavoro e di famiglia, riversai nella scrittura le mie istanze creative. Scrivevo come quando improvvisavo Jazz, cercando di privilegiare la spontaneità, l’accostamento di parole che avessero un senso musicale, come del resto la punteggiatura e gli accapo avevano un accostamento inevitabile con le pause, il silenzio e l’assenza di suoni o note.
Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.
Cominciai a scriverlo nel 2006 e lo terminai nel 2011. Scrivevo un capitolo di getto, come se stessi suonando dei chorus su uno standard Jazz, poi mi fermavo diversi mesi per poi mettere mano alla stesura di un altro, cercando il più possibile di non cambiarlo, di non correggerlo, per evitare di turbarne l’estemporaneità, per quanto perfettibile a chi lo legga con gli occhi di dieci anni dopo.
Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.
Chi ha letto il mio libro, mi ha accostato a Murakami, ma è assolutamente vero che quando iniziai a scrivere Il Cercatore di Nuvole non sapevo dell’esistenza del grande scrittore giapponese. Mi sono invece molto inspirato a Hermann Hesse e al suo gioco narrativo di personaggi antitetici. Lo scrittore tedesco ha peraltro prestato a uno dei miei protagonisti alcuni momenti della sua biografia.
Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?
Mi verrebbe di scegliere “A Love Supreme” di John Coltrane per la tensione verso l’Unità che è amore e perfezione. Tuttavia inviterei i miei lettori a cercare su YouTube “The Prisoner” di Art Pepper, che è il punto di arrivo del percorso musicale ed esistenziale di uno dei due protagonisti.
Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.
“Il Cercatore di Nuvole” per un viaggio emozionante dentro l’animo di un uomo.