Intervista a Vanessa Marenco, autrice de “Racconti d’Irlanda”
Vanessa Marenco nasce in Liguria nel 1980. Dopo la laurea in lingue a Torino, parte per l’Irlanda, paese che vive e ama per quasi 9 anni. Ha viaggiato, zaino in spalla, in molti paesi dell’Asia Centrale, in India, in Medio Oriente ed in Groenlandia. Nel 2013 crea il suo sito skandorinasdiary che cura in italiano ed inglese. Dal 2016, collabora con la rivista di viaggi online LatitudesLife. In questa intervista ci parla del suo Racconti d’Irlanda.
Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.
Si tratta di un invito al viaggio, ma è anche una lettera d’amore per l’Irlanda, che ho visto cambiare negli anni e che mi ha migliorato e cambiato la vita. Racconta di quotidiani e grandi cambiamenti, come imparare a guidare dall’ “altra” parte della strada o il confrontarsi con vicende storiche complesse come quelle dell’Ulster.
Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?
L’amore per la scrittura nasce quasi parallelamente all’amore per il viaggio. La scrittura diventa un mezzo per rivivere l’avventura, la strada percorsa, i profumi di quel mercato, e soprattutto quanti ci hanno accompagnato in giro per il mondo e fermarli nel tempo, prima che scappino tra le crepe del tempo e della memoria. Lo continuo a fare sul mio sito!
Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.
Ci ho messo un anno, circa. Scrivevo nei weekend o alla sera: al giorno lavoravo. Volevo accompagnare i viaggiatori dentro ad un’Irlanda più vera e quindi ho voluto descrivere luoghi che solitamente non compaiono negli itinerari classici. Inoltre, la scrittura mi ha permesso di parlare di quelle persone che sono state la “mia” Irlanda: monaci che giocano a rugby, i tassisti di Belfast e molti altri…
Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.
Ho dei miti assoluti e irraggiungibili:amo Bill Bryson, Michael Palin, Ella Maillart (una viaggiatrice in solitaria incredibile), e poi ovviamente Folco Quilici e Tiziano Terzani, e Pasolini (“L’odore dell’India”) e Moravia.
Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?
Due consigli opposti: “The Countess Cathleen”, una delle musiche più emozionanti tratta dallo show “Riverdance” e tratta da una storia di William Butler Yeats; o“Horse outside”,del duo rap “The Rubberbandits”. Questi ultimi sembrano pazzi, ma in realtà con la loro satira sono riusciti negli anni a parlare di problemi sociali (come il suicidio giovanile) riuscendo dove i politici avevano fallito.
Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.
Chi viaggia vive due volte. Chi viaggia in Irlanda, vive 100, 1000 vite!