Intervista a Maddalena Caprara, autrice de “Per tutto l’oro del mondo”
Maddalena Caprara nasce a Fano nel 1978 insieme a sua sorella gemella Isabella. Sceglie lo sport come stile di vita e materia di studio e lavoro. Insegna educazione fisica alla scuola primaria, rieduca atleti infortunati, e ama scrivere racconti. Storie di vita quotidiana, rimasugli di verità toccate con mano. I suoi piccoli alunni la chiamano “maestra dei giochi”.
Parliamo subito del tuo libro Per tutto l’oro del mondo. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.
Infarto del miocardio a 38 anni. La conseguenza di uno sforzo fisico strenuo, l’effetto bizzarro di un torneo di beach volley. Io che ho improntato la mia esistenza dentro un paio di scarpe da ginnastica e dedicato la mia vita all’attività motoria. Un racconto di vita e di passi faticosamente trascinabili, fino alla rinascita o rassegnazione.
Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?
Ho sempre amato trasferire la mia riservatezza in un foglio di carta, fin da bambina. Da quando ho scoperto che le parole pronunciate non sono esaustive, bisogna scriverle, appoggiarle sulla punta di una penna perché assumano una valenza straordinaria e onesta. Scriverei ogni giorno per assaporare le vite degli sconosciuti, per entrarci e non uscire più.
Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.
Circa un anno. Ci sono stati periodi vuoti e pensieri asciutti. Ho scelto lo studio di casa mia, le prime ore del mattino, la brezza pulita del nuovo giorno, il caffè fumante e le note di Armand Amar.
Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.
In realtà non saprei definire il mio stile letterario, o forse non sono capace di comprenderlo. Enrico Brizzi è stato il primo autore ad entrare nelle mie grazie. Jack Frusciante la fonte ispiratrice dei miei anni giovani. Di Brizzi adoro la sfrontatezza e il modo in cui riesce ad imprigionarti dentro la sue storie.
Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?
Ho scritto il libro sotto le note di Armand Amar, dentro la colonna sonora di Human, pensando ai volti e agli sguardi di tutti gli uomini della terra.
Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.
Vi cito una delle mie frasi preferite. Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare. (Seneca)