Intervista a Elena Maneo, autrice de “Prigioniera”
Nata a Venezia, Elena Maneo è appassionata del celebre Sherlock Holmes. Premiata in tutta Italia. Scrive storie di fantasy, mistero, amicizia e poesia. In questa intervista ci parla del suo Prigioniera.
Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.
Il libro è una raccolta di poesie crude, sulla violenza contro le donne. Un libro dove la speranza, la forza, la fede, il coraggio, il dolore fanno da padroni.
Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?
Amo Sherlock Holmes. Ho iniziato da ragazzina. Ma solo dal 2006 pubblico libri di vario genere: fantasy di amicizia, dolore.
Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.
Ho impiegato un po’ di anni, essendo una raccolta di poesie, che non sono semplici poesie di violenza. Alcune vincitrici di premi letterari e biografiche, io stessa vittima di violenza. Una raccolta dolorosa e sofferta. Una Poesia in particolare, dedicata alla piccola Aurore Gagnon.
Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.
Scrivere non è gioco per me. I miei “figli” nascono dal cuore, dall’amore, alle volte scendono dal lenzuolo della mia costellazione. Amo Sherlock Holmes e nel libro “I curiosi casi di Mazavara” premiato in vari concorsi, nomino Sherlock Holmes.
Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?
Ogni autore deve sentirsi a suo agio, che sia con una colonna sonora o meno, a me è capitato di ascoltare “Il cielo d’Irlanda” mentre scrivevo un racconto. Non me la sento di consigliare. Ognuno è diverso.
Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.
Alle volte l’ugola di un libro è meglio di una canzone: c’è sempre una nota nuova nel ventre della sua gola.