Intervista a Karen Lojelo, autrice de “Non ti scordar di te”
Karen Lojelo è nata a Roma nel 1976. Ha pubblicato L’amore che non c’è (romanzo), Binario 8 (poesie) e L’ebbrezza del disincanto (romanzo). Ha scritto uno spettacolo teatrale in collaborazione con Virginia Pavoncello dal titolo ‘Riflessi’.
In questa intervista ci parla del suo Non ti scordar di te.
Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.
La protagonista narra in prima persona la storia della sua vita partendo dalla morte del padre e facendo poi dei salti temporali che vanno dalla sua infanzia fino alla vecchiaia. Un viaggio nella memoria e nelle emozioni della vita alla ricerca di un senso per tutto. Viene accompagnata nel racconto da moltissimi personaggi completamente diversi tra loro. Un romanzo di carattere introspettivo.
Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?
Scrivo fin da quando ero bambina, a sei anni, appena imparai a leggere e scrivere chiesi dei libri per Natale e da allora la scrittura è sempre stata per me quasi una necessità e la mia migliore alleata in tutte le difficoltà della vita.
Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.
Ho iniziato a scrivere questo libro dieci anni fa subito dopo l’uscita del mio primo romanzo. Iniziato e interrotto milioni di volte, nel frattempo ho scritto e pubblicato altri due libri molto diversi. Forse ero alla ricerca della felicità come Dostoevskij e non riuscivo a trovarla nemmeno in una storia da inventare… alla fine sono riuscita a concluderlo ed è anche cambiato il titolo.
Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.
Ci sono tanti autori che amo follemente, soprattutto del passato, ma ad essere sincera sin da quando iniziai questo romanzo ho sempre pensato a Marquez e ai suoi Cent’anni di solitudine.
Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?
Cito sempre molti autori nei miei libri e ancor di più delle canzoni. In questo romanzo si spazia da Cat Stevens agli 883 a dire il vero, che sono stati la colonna sonora della mia adolescenza.
Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.
Credo che ogni libro non debba farci scoprire cose sconosciute, ma ricordarci che non siamo soli a provare certe emozioni e possiamo osare proprio come i protagonisti. Spero che Non ti scordar di te abbia questo effetto.