La tana del fajetto | Nino Greco
La trama
La tana del fajetto di Nino Greco è un romanzo di formazione, con connotazione verista. Scorrevole, imprevedibile, vero. Un esempio di narrativa d’altri tempi ben inserito nel contesto letterario attuale.
Narra le vicende di Angelo e Ntoni. I due vivono nei meandri di una fiumara in un angolo sperduto di Calabria. Il loro vivere da girovaghi e la curiosità li portano a trovare una pistola. Dietro quell’arma si celano gli intrighi di potere di quella piccola comunità. Si appropriano dell’arma e un furto di buoi e altri eventi li inducono a prendere posizione e a entrare a far parte delle dinamiche che muovono la misera economia di quelle terre.
Quando iniziano a sentirsi padroni del loro destino, già maggiorenni, arriva la chiamata alle armi e subito dopo l’entrata in guerra dell’Italia. Giungono in Africa e s’imbattono nella prepotenza di un sottufficiale dell’esercito. Il rapporto conflittuale con quest’ultimo precipita, sino a sfociare in uno scontro fisico, con conseguente ferimento del superiore. Quanto accaduto segna, inevitabilmente, la loro permanenza in Africa. Angelo e Ntoni vengono condannati e rimpatriati per scontare la condanna nel carcere militare di Gaeta. Qui conoscono un Tenente del Regio Esercito, con lui avviano una strana amicizia. L’ufficiale svolge un ruolo molto importante per le loro coscienze…
Intanto in Africa si consuma il dramma di El Alamein. I bombardamenti degli alleati che risalgono la penisola offrono ai due giovani italiani la possibilità di evadere dal carcere nella notte dell’8 settembre, a seguito proprio delle azioni militari su Gaeta.
Prendono la via del ritorno a casa e ci arrivano dopo poco meno di un mese di cammino a piedi. Al ritorno troveranno non poche sorprese ad attenderli…
Come potete notare in La tana del fajetto le tematiche affrontate sono diverse, tra queste la guerra, l’amicizia, il contesto militare, ma fra tutte emerge, in particolare, quella relativa allo status sociale delle comunità rurali calabre nel primo ventennio del ‘900 che offre, indubbiamente, un punto di vista differente su cui riflettere, anche in relazione alla guerra e alla violenza dell’epoca.
L’autore
Nino Greco è nato a Oppido Mamertina (RC) 57 anni fa. Dal 1993 vive a Milano e si occupa della direzione operativa di un’azienda privata.
Il suo amore per la scrittura nasce per caso: dopo aver letto, per l’ennesima volta, La giara di Luigi Pirandello, gli venne la voglia di mettere su carta un breve racconto, ispirato da una storia vera, in cui gli intrecci tragicomici e le debolezze umane rivestivano un ruolo centrale.
Proprio in riferimento alla sua grande passione per ‘il mestiere di scrivere’ ci racconta un aneddoto: “Una mattina mi svegliai presto e prima di preparare il caffè aprì il computer per fissare un passaggio della narrazione, il risveglio mi aveva ispirato la descrizione di una scena. Dopo poco si alzò anche mia moglie e mi chiese: ma è da ieri sera che sei a scrivere? Sorridendo risposi di sì. Non riporto il suo commento…”
Al momento Nino Greco sta lavorando a un nuovo progetto che, come La tana del fajetto, sarà in linea con la narrazione di una Calabria rurale.
Leggete QUI la nostra intervista all’autore.
Lo stile
Lo stile dell’autore di La tana del fajetto è asciutto, non ridondante, e risente, senza dubbio, del fascino che esercitano sulla sua fantasia i mondi dimenticati, quelli dei perdenti, spesso lontani dal cuore delle comunità, ma pronti a divenire essi stessi cuore pulsante una volta scoperti.
L’ispirazione per Nino Greco proviene direttamente da fatti reali, episodi di vita narrati nelle sere di inverno dai nonni, seduti intorno al braciere. L’opera oggetto della nostra presentazione, col suo titolo, rivela un luogo fisico, geografico, il punto dove nasce e finisce la stessa.
Ancora, lo stile di Greco ‘pesca’ dalla volontà recondita di ricercare le proprie radici, l’humus sociale in cui hanno vissuto i suoi avi, e da alcune delle letture che lo hanno accompagnato nel cammino da lettore: Cristo si è fermato a Eboli di Carlo Levi, Mastrangelina di Corrado Alvaro, I Malavoglia di Giovanni Verga.
La tana del fajetto, così vera e verista, è una storia che si rivolge a chi vorrebbe misurarsi con tale quesito: l’istinto e lo spirito di sopravvivenza possono nei momenti più bui dell’esistenza condurci a nuova vita?
Ed è dedicata “A coloro che non tornarono”. L’autore, nello specifico, si riferisce ai caduti della seconda guerra mondiale e in special modo ai caduti in Africa, a El Alamein.
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