Intervista a Jacopo Gallo Curcio, autore de “Ritrovarsi, forse”
Avvocato romano con la passione per la scrittura e la lettura, Jacopo Gallo Curcio ha fatto l’attore teatrale e da questa esperienza ha tratto la capacità di “costruire” personaggi. Si definisce curioso, ironico, eclettico e atipico.
Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.
Il mio romanzo è di narrativa generale. E’ la storia di quanto sia difficile trovare e, per molti versi, “trattenere” l’amore. Si tratta di tre storie intrecciate di giovani che, ognuno con un proprio problema da risolvere, si imbattono nell’amore. Non sarà facile, non sarà indolore, ma cresceranno.
Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?
Sono un entusiasta di natura. Mi getto nelle cose in cui credo con passione e convinzione. Ho sempre amato scrivere, sin da bambino. Allora mi permetteva di uscire fuori dal guscio, essendo stato un timido (lo sono tutt’ora, ma ho imparato con gli anni a gestire questa mia caratteristica). Scrivere è come sognare, sfogare il mio io più nascosto e dargli vita.
Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.
Ci ho messo circa 7 anni. Non un tempo breve, ma necessario. Ho commesso molti errori nello scrivere il mio primo romanzo. Tanto che a un certo punto avevo desistito: non sapevo dove stessi andando e avevo perso di vista “l’urgenza” che mi aveva spinto a raccontare quella storia. Poi scrivendo tutti i giorni due ore, sul divano, con la musica di Einaudi di sottofondo, l’ho portato a termine.
Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.
Mi sono ispirato a uno scrittore inglese contemporaneo: Jonathan Coe. Ho letto molti suoi libri che mi tengono sempre incollato. Mi piace come costruisce gli intrecci e come dipana la storia attraverso vari colpi di scena. Ecco, ho scritto il mio romanzo ispirandomi a lui, pur mantenendo il mio stile di scrittura.
Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?
La colonna sonora del film “L’amore non va in vacanza” di Hans Zimmer. Bellissima.
Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.
Siamo tutti “sbagliati”. E cerchiamo la persona “sbagliata” che sia “giusta” per noi. Quella per la quale quando incroci lo sguardo, esclami: ecco questo è il problema che vorrei avere!